Inversione di tendenza per quanto riguarda le differenze tra maschi e femmine, un dato rilevato soprattutto nelle scuole: i maschi leggono quanto le femmine. Un cambiamento che forse farà mettere da parte lo stereotipo delle femmine calme e obbedienti e dei maschi irruenti e distratti?
La notizia viene citata da Maria Novella De Luca su Repubblica, che prende in considerazione la ricerca “Progress in International Reading Literacy Study del 2011? e sulla quale si basa un’indagine italiana dal titolo “Differenze di genere sui banchi di scuola”.
Secondo questa indagine il nostro paese è quello con i divari più bassi nell’infanzia, che però vanno aumentando nell’adolescenza. Un divario che è diminuito negli ultimi 10 anni; nel 2001 il rendimento dei maschi si distanziava di 8 punti da quello delle femmine, per arrivare ai 3 punti del 2011. E se è vero che i maschi hanno migliorato il loro rendimento, è possibile che alle bambine non sia stata data la possibilità di esprimere tutto il loro potenziale.
I motivi che hanno portato a questo livellamento tra maschi e femmine sono molteplici, come commenta la De Luca: “Carmela Buffo insegna da oltre 30 anni in una grande scuola romana, dove arrivano bambini di ogni ceto sociale, da quelli con migliaia di libri nella biblioteca dei genitori, a ragazzini che non ne possiedono nemmeno uno”.
Carmela Buffo fa notare come i diversi livelli di partenza di maschi e femmine abbiano spesso prodotto uno stato di pigrizia nelle insegnanti, che non si sono preoccupate di stimolare i maschi perchè ritenuti immaturi. “Là dove invece la scuola ha tenacemente promosso la lettura, e grazie anche a una rivoluzione nei libri dell’infanzia, con alcuni titoli che hanno catturato i bambini senza differenza di sesso, i risultati si sono visti, e in particolare sui maschi”.
Ne sono una testimonianza libri come Harry Potter, che piacciono ugualmente a maschi e femmine.
Diverso il parere del pedagogista Benedetto Verdecchi, secondo il quale questo miglioramento nella capacità e nella voglia di leggere da parte dei maschi sia dovuto ad un attenzione maggiore da parte delle famiglie e non da un sistema scolastico che definisce “agonizzante” e che invece tende a portare avanti le differenze dei generi radicate nella società tradizionale e che “nella comunicazione del sapere tende a ricreare le differenze”.