A partire dall’anno prossimo Niente più versione Lego per gli amanti di Star Wars. La famosa azienda danese infatti dovrà cessare la produzione del “Palazzo di jabba” di Star Wars nella sua versione in mattoncini a seguito delle proteste da parte della comunità islamica austriaca.
La questione era stata sollevata lo scorso gennaio quando un padre appartenente alla comunità turca austriaca aveva notato il giocattolo nella stanza del figlioletto. ‘Non e’ possibile che un gioco come questo stia nella stanza da letto di un bambino”. E sono partite le accuse: secondo l’uomo il Palazzo di Giabba di Lego è molto simile alla moschea di Santa Sofia di Istanbul e la sua torre di avvistamento è uguale al minareto della moschea di Jami al Kabir di Beirut. Ulteriore critica la rappresentazione del “cattivo” Jubba the Hutt, che secondo l’uomo rappresenta un terrorista, fumatore accanito di narghilè che tiene segregata la principessa Leila nella torre-minareto.
Per evitare che la questione si trasformasse in un conflitto politico-religioso vero e proprio, è stata organizzata una riunione tra i vertici della Lego e i rappresentanti della comunità musulmana. Nonostante la Lego abbia più volte sottolineato come ogni somiglianza fosse casuale, negando ogni rapporto tra il loro gioco e uno dei monumenti più importanti del mondo islamico, e ribadendo l’intento dell’azienda di ripercorrere unicamente la saga di Guerre Stellari, alla fine ha dovuto fare un passo indietro, accettando di ritirare il gioco dal commercio (a partire dall’anno prossimo).
La reazione della comunità musulmana è stata immediata e positiva, tanto che il presidente dell’associazione Birol Kilic ha pubblicamente espresso la gratitudine da parte della comunità.
Una mossa diplomatica da parte dell’azienda danese che nonostante la crisi attraversa un periodo positivo: dopo alcune difficoltà in passato, nell’ultimo anno ha registrato degli utili in crescita (più di 100 milioni di euro) e con il 17% in più del fatturato.
Una curiosità: la Moschea di Santa Sofia, che era nata come chiesa cattolica nel sesto secolo e poi usata come moschea dal 1453 al 1935, è stata trasformata nel ’35 in museo, e da allora il suo uso come luogo di culto è stato severamente vietato.