Il cambio di stagione è sempre fonte di un disagio passeggero, ma quest’anno, con l’inverno che stenta ad andarsene, è possibile che il mal di primavera duri più del solito. Ad esserne colpiti sono circa due milioni di italiani, che salgono fino a 6 milioni se si fa riferimento a persone che soffrono già di disturbi affettivi e dell’umore.
Di questi sei milioni buona parte sono donne, colpite da sintomi quali stanchezza, problemi di concentrazione, cattivo umore, mal di testa, ansia e irritabilità.
Inoltre il cambio dell’ora allunga le giornate e regala un’ora di sole in più, ma contribuisce anche a farci sentire un po’ spaesati. Secondo gli psichiatri non si tratta solo di una leggera meteoropatia ma di un disturbo vero e proprio, che ci dimostra quanto il nostro organismo sia in sintonia con i ritmi della natura e ai suoi sconvolgimenti.
Cosa si può fare per proteggerci e guarirci da sintomi tanto fastidiosi? Innanzitutto stimolare la produzione di serotonina, soprannominato l’ormone del buonumore, facendo un po’ di attività fisica. Specie nelle persone sedentarie, l’arrivo della primavera, che ci prepara a una stagione attiva come l’estate, può essere fonte di stress ed è importante preparare il fisico uscendo più di casa e dedicandosi ad una leggera attività sportiva all’aria aperta, come la corsa o il ciclismo.
Oltre alla serotonina nei cambi di stagione è coinvolto un altro ormone, la melatonina, che regola i cicli sonno-veglia. La melatonina, che viene prodotta di notte dalla ghiandola pineale, aumenta col calare del buio, raggiungendo un picco tra le 2 e le 4 del mattino, per poi diminuire quando ci si avvicina all’alba.
Nei cambi di stagione, in cui col variare delle ore di luce i ritmi del nostro organismo vengono “sballati” può essere utile assumere per un breve periodo la melatonina naturale, molto più blanda dei comuni sonniferi.E per chi già soffrisse di disturbi dell’umore, ossia circa il 10% della popolazione? Secondo ciò che ha dichiarato il dottor Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) e direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano al Corriere della Sera, in questi casi è utile “un perfezionamento del trattamento farmacologico sulla base dei sintomi”.
Mentre in generale anche lui conferma l’opinione comune: “invito ad aumentare in questo periodo l’attivitá fisica, per favorire il processo di adattamento dell’organismo”.