A Caserta un ginecologo consiglia alla futura madre ancora adolescente, che l’ha contattato per abortire, di dare il bambino in adozione ad una coppia italiana in cambio di 25mila euro. Un tentativo di adozione illegale poi sventato, per la quale il medico è sotto custodia cautelare in carcere, mentre è stata emessa una misura cautelare anche nei confronti della giovane madre. Una vicenda inquietante, in cui la vita diventa merce di scambio. Parla Erasmo Figini, fondatore dell’Associazione Cometa, una comunità familiare di Como che dal 2000 si occupa di accogliere bambini e ragazzi in difficoltà. Figini è padre naturale di due figli e di altri che negli anni ha avuto in affido.
Cosa può spingere un medico ad organizzare un’adozione illegale?
Me lo sto chiedendo anche io. Se una ragazza decide di non abortire e avere il figlio, lo capisco perché anche io sono per la vita, non per la morte. Proprio adesso abbiamo con noi un bambino la cui madre ha deciso di rinunciare alla maternità, e siamo in attesa che il giudice individui la famiglia idonea per l’adozione. Io stesso lo guardo e penso: è un essere umano che avrà una sua storia e di fronte a questa bellezza posso solo dire “per fortuna la madre ha deciso per la vita”; però penso che le cose debbano essere portate avanti legalmente.
A chi possono rivolgersi le madri adolescenti per avere aiuto quando non hanno una famiglia a sostenerle?
Ci sono luoghi di ascolto, ospedali, consultori, che offrono aiuto alla famiglia o alle madri sole; centri specifici dove le ragazze che magari sono indecise sul da farsi possono trovare una voce amica con cui condividere dei pesi di un certo tipo. La nostra associazione in collaborazione con gli assistenti sociali del territorio ha creato lo Spazio Famiglia, aperto alle problematiche familiari dove le persone idonee sono presenti per ascoltare e accompagnare, e si rivolge a madri, coppie, famiglie.
Cosa passa nella testa di chi, volendo adottare, decide di provarci “a tutti i costi”?
Queste sono anomalie che si possono perdonare, perché tutto si può perdonare, ma che anche in questo caso mi è molto difficile capire. Esistono canali legali che ti seguono e ti supportano, non vedo il motivo di farlo per vie illegali. Per me la persona è sacra, è un mistero, non è merce di scambio.
Sarebbe possibile per una ragazza minorenne dare un bambino in affido e poi decidere di riaverlo con sé in un secondo momento?
Ci sono luoghi in cui una ragazza può chiedere aiuto e fare un percorso di affidamento del bambino con visite regolari, e nel momento in cui viene ritenuta idonea per vivere col bambino il piccolo le viene affidato a tutti gli effetti. Se invece decide di rinunciare al figlio si avvia il processo per l’adozione. L’eventualità migliore è quando l’affido viene scelto come una richiesta di aiuto, non quando sono i servizi a intervenire, purtroppo a volte in modo drastico. Esistono servizi apposta che aiutano le mamme.
In questo caso quali potrebbero essere le conseguenze, positive o negative, sulla vita del bambino?
Io penso che al bambino si debba sempre dire tutto, in modo che quando sarà più consapevole, anche da adolescente, se si creerà la possibilità di rientro nella famiglia naturale, conoscerà quella che è stata la sua realtà, ad esempio spiegandogli che i suoi genitori erano in difficoltà e si sono rivolti ad un’altra coppia attraverso i servizi sociali, momentaneamente, per risolvere le loro problematiche e tornare ad essere idonei a svolgere il ruolo di genitore.