Il bambino di Cittadella al centro di una lunga disputa tra i genitori separatio, torna ad essere affidato al padre. Questa la notizia che appare eclatante, ma che in realtà ha toni più sfumati. 

Se la Cassazione a marzo aveva stabilito l’affidamento del piccolo alla madre, la Corte d’Appello ha emesso una nuova sentenza, che entra oggi in vigore, per cui il bambino passerà più tempo con il padre, ma potrà anche vedere la madre. 



Mentre l’ex marito si augura solo che ora gli echi della vicenda si smorzino e di potersi dedicare unicamente alla crescita di suo figlio, che oggi frequenta la quinta elementare, la donna ha commentato: “la decisione della Corte d’appello di Brescia non cambia la sostanza: l’unica variazione è che da venerdì scorso i tempi di affido sono di fatto uguali tra me e il mio ex marito, prima stava un poco di più con me. Penso non sia corretto dire torna al padre perché non ho posto la questione di togliergli la patria podestà”. 



Il bambino adesso sa che in sostanza avrà due case, e dopo aver passato il fine settimana con la madre, che l’ha accompagnato a scuola, sarà il padre ad andare a prenderlo. 

La vicenda era divenuta tristemente famosa a causa di un video diffuso in internet e dai telegiornali, che riprendeva gli assistenti sociali mentre prelevavano con la forza il bambino da scuola, per affidarlo al padre, ma la madre ha assicurato che scene del genere non si ripeteranno più, sebbene in questo come in tutti i casi analoghi, la volontà del bambino non sia stata presa in considerazione. 

Un commento imparziale alla notizia arriva dal sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, che ha commentato: “le sentenze vanno accolte con rispetto, ma se davvero quella pronunciata dai togati bresciani si fonda sulla Pas, ossia sindrome di alienazione parentale, ciò diventa quantomeno discutibile semplicemente perchè essa non esiste”. E anche da parte sua un commento va alla volontà del minore: “Meglio sarebbe se in tutti i casi fossero i bambini a scegliere con chi stare, ma ciò appare impossibile visto e considerato che, nonostante la mole legislativa, nessuno li ascolta più di tanto”.