Ontinua l’eco delle dichiarazioni di Mike Jeffries, amministratore delegato di Abercrombie & Fitch, che con la sua filosofia poco “politically correct” non si sta attirando molte simpatie. Nei negozi Abercrombie gli abiti femminili arrivano al massimo alla taglia L, large, mentre quelli da uomo ad una più comoda, per non dire abbondante, XXL. Questo dovrebbe scoraggiare una ben precisa fetta di mercato, quella delle ragazze ritenute sovrappeso, che Jeffries non gradisce vedere nei negozi della famosa catena di abbigliamento, così come secondo lui i suoi clienti, che preferiscono essere circondati da “bella gente”.



Jeffries quanto meno non si è nascosto dietro falsi pretesti ed ha ammesso: “Molte persone, semplicemente, non entrano nei nostri vestiti e non ci entreranno mai. Escludiamo della gente? Certamente”. Dopo la campagna “anti-Abercrombie” proposta dallo stilista brasiliano  Isaias Villela Zatz, che ha fatto indossare le famose t-shirt ai senza tetto per diffondere il marchio anche tra i “meno cool”, arriva un’altra risposta alle poco gradite dichiarazioni del CEO di Abercombie.



Lei si chiama Jes, è di Tucson, Arizona, e nel suo blog “The militant Baker” di definisce  tatuata, fotografa grassa, blogger, fornaia e “gattara”.  Dalle pagine del suo blog ha pubblicato all’indirizzo di Jeffries una lettera per diffondere il suo punto di vista. Le dichiarazioni di Jeffries non sono certo nuove e danno voce al pensiero di molti, quello che è certo è che esse “non faranno sì che le persone smettano di essere quelle che sono, mentre allo stesso tempo rafforzano l’idea che una donna sovrappeso sia un fallimento a livello sociale, indesiderabile, e senza valore”.



Jes sottolinea come nelle campagne pubblicitarie si vedano sempre corpi magri, longilinei, simili tra loro, mentre è impossibile vedere vicini due corpi diversi, uno magro e uno grasso, cosa che metterebbe a disagio l’osservatore: uno spunto di riflessione per Jes, che ringrazia Jeffries  “di aver creato un’opportunità per un cambiamento sociale”.

Alla lettera la giovane dell’Arizona allega alcuni scatti, splendidamente realizzati in stile Abercrombie, che la ritraggono insieme ad un modello “standard” in pose sexy e decisamente “fashion”, e questo non per dire che il ragazzo l’ha trovata attraente, o che il fotografo ha notato la sua fotogenia, ma per dimostrare come lei si senta a suo agio nella propria pelle e sfidare quel confine creato dal mondo nella moda che tende a separare i grassi dai magri, e dimostrare che sono due mondi compatibili. 

La ragazza termina la sua lettera con due post scriptum spiritosi e provocatori: “se volesse inviarmi una congrua somma di denaro per smettere di indossare i suoi capi, cosa che rovina l’immagine dell’azienda non esiti a contattarmi, io e i miei agenti saremmo felici di contribuire al suo successo” e post post scriptum: “vesto comodamente la sua taglia L, forse dovrebbe rivedere la cosa”.