La Birkin è la borsa icona creata da Hermès nel 1981 per celebrare la bellezza dell’attrice Jane Birkin, ma è anche molto di più: è il simbolo del lusso per eccellenza, per aggiudicarsi il quale è necessario rispettare una lista d’attesa di due anni.
Proprio in questi giorni un suo esemplare è stato battuto all’asta a Parigi presso la casa d’aste Artcurial, al 7 rond-point des Champs Elysèes a Parigi, superando ogni aspettativa: se il prezzo iniziale era di 40-50 mila euro, il misterioso acquirente se l’è aggiudicata per una cifra ben superiore, esattamente 63754 euro. A rendere così prezioso questo esemplare è l’originale combinazione dei pellami di coccodrillo marino che sono stati abbinati per dare vita allo stravagante accostamento di rosso, rosa e arancio.
La borsa è una creazione del 2006 e la sua descrizione sul sito di Artcurial riferisce: «è in buono stato, a parte qualche segno di usura agli angoli». Piccoli segni di usura che per i veri intenditori sono quasi un valore aggiunto, dato che non ne compromettono l’aspetto ma le danno quella disinvoltura che manca al prodotto luccicante, appena uscito dalla fabbrica. Il record di questi giorni ha battuto quello precedente, del 2011 in cui una Birkin venne venduta all’asta da Gros & Delettrez per un prezzo di 61 mila euro.
I pellami che servono per le creazioni di Hermes vengono da un allevamento creato appositamente in Australia nel 2012, in modo tale da non creare squilibri all’ecosistema.
Si tratta comunque di un oggetto controverso: sempre nel 2012 Francesca Esatwood, figlia del più famoso Clint, insieme al fidanzato fotografo Tyler Shields, fece a pezzi e diede fuoco ad un esemplare di Birkin del valore di 100 mila dollari, in nome dell’arte, come gesto provocatorio, accompagnando le foto che immortalavano il momento con la frase: “Destruction is a beautiful version of freedom…” , la distruzione è una bellissima forma di libertà. Sul blog di Tyler Shields erano piovute le critiche sulla fatuità di un gesto irrispettoso non della borsa, ma della povertà di tanta gente che avrebbero saputo spendere meglio l’ingente somma di denaro.