Ragione e sentimento, calcolo e spontaneità, logica e imprevisto: la nostra esistenza è una battaglia senza fine tra il cuore e il cervello.

La letteratura si nutre di questo eterno dilemma e gli scrittori sfornano romanzi che, alla fine, provano la verità che il filosofo Blaise Pascal enunciò molto tempo fa: il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce. È da poco approdato in libreria un romanzo che affronta il tema in modo originale e divertente, suscitando l’entusiasmo generale: si intitola L’amore è un difetto meraviglioso ed è nato dalla penna dell’australiano Graeme Simsion. Pubblicato da Longanesi dopo una gara tra gli editori alla Fiera di Francoforte 2012, si è imposto all’attenzione del pubblico grazie alla prosa brillante, all’attualità del tema e alla perfetta costruzione del protagonista.  



Don Tillman, 39 anni, professore di genetica all’Università di Melbourne, vive secondo delle regole ben precise e si considera un ottimo partito: “sono alto, intelligente, il mio fisico è ben tenuto. (…) In base alla logica, dovrei risultare attraente a un’ampia varietà di persone”. Peccato che le donne non sembrino condividere la sua opinione: Don è ancora scapolo. Dopo avere scoperto che gli uomini sposati vivono più a lungo e sono più felici, tuttavia, decide che è arrivato il momento di trovare una compagna. 



Secondo l’amica Dafne, “nel mondo c’è qualcuno per ognuno di noi” e questa osservazione si impossessa della sua mente, simile a un problema matematico a cui Don intende trovare una soluzione.

E la soluzione si concretizza nel “Progetto Moglie”, basato su un questionario “costruito ad hoc, validato dal punto di vista scientifico, per scremare le persone inconcludenti, le disorganizzate (…), quelle che credono nell’omeopatia. In linea teorica dovrebbe rimanere una plausibile classifica di candidate”. 

Un piano apparentemente perfetto, ma la vita segue davvero la logica? 

L’impresa si rivela più ardua del previsto. Analizzando il genere femminile attraverso i difetti, Don comincia a escludere le donne che danno peso alle apparenze, le fumatrici, le vegane, le ritardatarie. L’esempio più palese di candidata non ideale è Rosie Jarman: barista, vegetariana, priva di abilità culinarie e con una spiccata tendenza a non rispettare gli orari. Certo, è anche bella e intelligente, ma non condivide l’approccio scientifico di Don e non risponde ai suoi criteri di selezione. 



Anche Rosie, però, ha un progetto tutto suo: vuole trovare suo padre. E di fronte a un progetto, Don non sa resistere. Deciso ad aiutarla, stabilisce un programma che prevede ricerche, esami del DNA e spostamenti da una città all’altra. E, naturalmente, numerosi incontri con Rosie. Quando la caccia al padre li porta a New York, Don si trova a gestire “un’emozione non identificabile e pertanto sconcertante”, che subito prova a vivisezionare mentalmente. La sua intenzione è chiara: “Una volta identificata un’emozione, non le avrei permesso di sconfiggermi”. Non può essere innamorato di Rosie. O forse sì? 

Proprio lui, convinto di non essere empatico e ossessionato dalle regole e dalla programmazione, riuscirà a scombinare il suo piano perfetto per abbracciare l’imperfezione?

Con uno stile asciutto, ironico e brillante, Graeme Simsion ci trascina nella testa del protagonista, rendendoci partecipi dei suoi ragionamenti e delle sue deduzioni. La prosa riflette il modo di pensare del personaggio e la sua visione del mondo: Don Tillman ragiona in modo scientifico e vede la realtà attraverso lo schema della genetica. L’autore è uno sceneggiatore al suo esordio nella narrativa e non è difficile immaginare una trasposizione cinematografica della storia, sulla scia delle commedie romantiche con un protagonista maschile come Hitch di Andy Tennant.

Il libro non è privo di difetti (i personaggi femminili non riescono a spiccare e sembrano sempre un po’ passivi) ma riflette con ironia e originalità su un argomento sempre attuale. Basta guardare sugli scaffali delle librerie per rendersi conto di quanti manuali promettono di spiegare “le regole dell’amore”: come se i rapporti si giocassero su una scacchiera e l’attrazione fosse una partita, nella quale conoscere una tattica permette di prevedere le mosse dell’avversario e agire di conseguenza. Ma l’amore non è un algoritmo matematico e nemmeno un progetto genetico, non si trasmette attraverso il DNA e non rispetta i canoni estetici e comportamentali considerati “adeguati”. 

La vicenda di Don rispecchia il percorso di un uomo che si libera dalle aspettative, dai pregiudizi e dalle false convinzioni su se stesso e sugli altri, per aprirsi alla bellezza dell’imprevisto e imparare che i difetti sono meravigliose variazioni della natura umana.