Un esame del sangue per diagnosticare la sindrome di Down e altre possibili anomalie genetiche fetali fin dai primi mesi di gravidanza. Il nuovo test, ideato dal dottor Kypros Nicolaides insieme ai colleghi dell’Harris Birthright Research Centre for Fetal Medicine, risulterebbe molto meno invasivo rispetto ad altri attualmente utilizzati e permetterebbe di individuare con esattezza l’eventuale presenza della trisomia 21, o sindrome di Down. Secondo quanto riportato dalla rivista scientifica Ultrasound in Obstetrics & Gynecology, il test viene eseguito direttamente sul Dna delle cellule fetali, attraverso il sangue della donna incinta, e non sarebbe rischioso come altri comuni esami, come per esempio l’analisi ormonale e l’amniocentesi che comporta anche un rischio di aborto. Nell’articolo si legge inoltre che questo studio “ha dimostrato che il vantaggio principale di test cfDNA, rispetto al test combinato, è la sostanziale riduzione del tasso di falsi positivi. Altro grande vantaggio del test cfDNA è la segnalazione dei risultati come rischio molto alto o molto basso, il che rende più facile per i genitori decidere a favore o contro i test invasivi”.



Leggi anche

MATERNITÀ SURROGATA/ Caso Roccella, ecco il ruolo del medico tra "mercato" dei bambini e loro dirittiGalimberti: "Famiglie oggi non riconoscono le identità"/ "Emancipazione femminile mette in crisi il maschio"