Forse ha ragione il vecchio proverbio che dice “se bella vuoi apparire, molto devi soffrire”. Una nuova tecnica per perdere peso, inventata nel 2009, prevede un cerotto abrasivo cucito sulla lingua che costringe al consumo di cibi liquidi e promette un dimagrimento veloce e sicuro. Più che di una dieta c’è chi non esita a definirlo una vera tortura.
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Il medico che l’ha inventata, Nikolas Chugay, chirurgo plastico di Beverly Hills, prevede per il paziente un consumo giornaliero di sole 800 calorie bilanciate con le esigenze nutrizionali, sotto forma di beveroni che porterebbero nel giro di un mese ad un dimagrimento significativo (oltre il mese la pelle comincerebbe a rigenerarsi e il cerotto verrebbe inglobato). Il cerotto è fatto di Marle, una plastica speciale usata per riparare le ernie, e Chugay non nasconde che nelle prime 48 ore è possibile provare dolore a parlare e a deglutire oltre ad un eccesso di salivazione che poi si normalizza.
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Questa dieta deve essere vista come una valida alternativa a metodi più costosi: “come il bypass gastrico, che va dai 18mila ai 35mila dollari, e il bendaggio gastrico, 15 mila dollari, poiché ne costa solo 2 mila”. Il chirurgo di Beverly Hills dal 2009 ha trattato solo una sessantina di casi, ma dal 2011 in Venezuela, il paese per eccellenza della bellezza e della chirurgia estetica, in cui le donne spendono circa il 20% del proprio reddito annuo per la cura del corpo (anche chiedendo prestiti in banca), si sono registrati 900 pazienti al mese. In questo paese infatti il “cerotto” costa solo 150 dollari.
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Come ha raccontato Yomaira Jaspe, 40 anni: “All’inizio non puoi nemmeno muovere la lingua, anche dormire è un problema per il dolore ma non ho la forza di volontà di seguire una dieta ed ero infelice perché ero troppo grassa, quindi so che sto facendo la cosa giusta”.
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Interrogata su questo metodo “crudele” per perdere peso, la dietista Giovanna Cecchetto, presidente dell’Associazione Nazionale Dietisti, sostiene che si tratti di una vera e propria tortura: “perché si pone in contrasto con la spinta biologica ad alimentarsi che è incontrollabile dalla volontà e non esiste alcun caso giustificabile in cui applicarlo”.
Inoltre, sebbene scettica che in Italia possa mai essere introdotta questa novità, visto che siamo un paese con una cultura del cibo molto radicata, la dott.ssa prevede anche “rischi prevedibili, legati alle conseguenze fisiche, psico-emotive e metaboliche del digiuno cui è costretto chi ne fa uso”.