Da domani, mercoledì 26 giugno, Katharina Miroslawa sarà una donna libera. La donna è stata arrestata nel 2000 per l’omicidio di Carlo Mazza, ricco imprenditore di Parma e suo amante ucciso da Witold Kielbasinski, suo ex marito. Katharina è stata condannata a 13 anni di carcere per concorso morale nel delitto. La vicenda giudiziaria di Katharina Miroslawa inizia la mattina del9 febbraio 1986, quando viene trovato il corpo di Carlo Mazzo nella sua auto, ucciso con due colpi di pistola alla testa. Le indagini puntano subito sull’amante dell’industriale, la ballerina polacca Katharina Miroslawa e al suo ex marito, Witold Kielbasinski. I due hanno un alibi ma anche un movente: una polizza sulla vita da un miliardo che Mazza aveva intestato alla donna. Il processo ha un lungo iter. La sentenza di primo grado nel maggio 1987, assolve i coniugi polacchi per insufficienza di prove. Poco prima del processo d’Appello risultano coinvolti nell’omicidio anche il fratello di Katharina e un greco. Nel 1990, i due vengono processati e condannati, in primo grado, a 24 anni di reclusione. A maggio del 1991 la corte d’Appello di Bologna condanna la Miroslawa, suo e il greco a 21 anni e sei mesi di reclusione; 24 anni vengono inflitti all’ex marito. Ma a dicembre la sentenza viene annullata. Nel giugno del 1992 una nuova sentenza della corte d’Appello di Bologna conferma tutte le pene del precedente giudizio, assolvendo però il greco. L’anno successivo la Cassazione conferma la sentenza, ma sia Witold che Katharina si sono dati alla macchia. Lui verrà arrestato quattro mesi dopo, in Germania. Lei nel 2000, otto anni dopo, in Austria. Oggi Katharina Miroslawa ha 51 anni e conta le sue ultime ore da condannata in affidamento ai servizi sociali. “Io amavo Carlo, che mi crediate o no. E sono innocente, che lo vogliate o no. L’ho amato fino a un anno fa, quando sono uscita in semilibertà dopo dodici anni di carcere. Ma in questo anno da quasi libera alla fine ho maturato l’idea che sarebbe stato meglio non averlo mai incontrato. Sono incazzata con lui, a pensarci bene. Poteva non firmare quella stramaledetta assicurazione, anche se l’ha fatto soltanto per amore. E ce l’avrò per sempre con mio marito che l’ha ammazzato per gelosia. Gli uomini della mia vita mi hanno troppo voluta e tu guarda come sono finita… Questa storia va riscritta ed è arrivato il momento che io dica la mia dal primo all’ultimo passaggio”, ha detto la donna al Corriere della Sera. Ottenuta la libertà, Katharina andrà l’Austria, dov’è nato suo figlio e dove vivono i suoi genitori: “Per qualche giorno festeggerò la felicità di ritrovare gli amici che mi aspettano, ho in programma un periodo da nonna perché nel frattempo mio figlio ha avuto una bambina, sto finendo di scrivere un libro sulla mia storia e poi vorrei continuare a lavorare con la fantasia…”. In 12 anni di carcere Katahrina ha preso il diploma da tecnico dell’abbigliamento e della moda, e ha seguito anche corsi di danza.  “Non è vero che il carcere costruisce. Distrugge. Di amicizie non ne ho portata via nemmeno una, anche se ho voluto molto bene a tante persone. Quello che ho fatto lì dentro era per sopravvivere, non per vivere. Adesso sì, posso cominciare a vivere ma finora per me è stata una battaglia ogni santo giorno. Quelle porte sono chiuse alle spalle per sempre, lontano da me. Dalla cella ho portato via solo dei fiori e la mia Bibbia”, ha aggiunto Katharina. 



La Miroslava si è sempre dichiarata innocente nell’omicidio di Carlo Mazza, e appena sarà libera inizierà a lavorare alla revisione del processo: “Voglio la giustizia che finora non ho avuto, non ho fatto nulla e ho pagato senza avere colpe. A questo punto potrei lasciar perdere, lo so. Ma per me stabilire la verità di questa storia è diventato un dovere. Ci sono testimonianze mai considerate, elementi e regole processuali nuove. Ce la posso fare”.

Leggi anche

Omicidio Simonetta Cesaroni, dubbi sull'avvocato Caracciolo Di Sarno/ "Tornò a casa rosso e sudato..."Stefano Masala, scomparso e mai ritrovato: dichiarata morte presunta/ La famiglia: "Continuiamo a cercarlo"