L’altra sera nel teatro Verdi di Buscoldo si è svolta una serata pro metodo Stamina, in cui è intervenuta Sara Fontana, la mamma del piccolo Leonardo affetto da paralisi tetraspastica. Leo ha tre anni ma a causa della malattia non ha mai potuto muoversi, vedere, sentire e sorridere. Sara racconta dell’incontro che lei e suo marito, Paolo Gardani, con il giudice che ha in mano il ricorso contro il divieto di somministrazione della terapia con le cellule staminali: “Voi non credete nei miracoli, vero?“, si sono sentiti dire i due genitori. Ma Sara, è pronta a continuare a lottare e a chi insinua che usi suo figlio come una cavia risponde: “Sono un’infermiera laureata e non credo nei miracoli, ma credo nei diritti, come quello a poter essere curati. Vorrei fare chiarezza sul nostro stato di salute mentale. Deve essere chiaro che essere genitori di un bambino gravemente malato non significa diventare creduloni o illusi. Noi i nostri figli li adoriamo, non potremmo vivere senza di loro“. I genitori di Leonardo non vogliono arrendersi  e sono sempre più convinti a giocarsi la carta del metodo Stamina, nel disperato tentativo di riuscire a dare al piccolo la possibilità per una vita migliore: “Si rischia di perdere la ragione a vedere il tuo bambino morire senza poter fare nulla perché nessuno te lo permette. Il metodo Stamina non ha avuto finora alcun effetto collaterale, è l’unica speranza per Leo e noi gliela daremo a ogni costo“. Oltre a Sara Fontana a favore del Metodo Stamina hanno parlato Luigi Bonavita e Mario Tetti, affiancati dall’avvocato Nicoletta Ferrari e dal vicesindaco di Curtatone Giuseppe de Donno, intervenuto nelle vesti di medico. “La vita di mio figlio è una condanna all’ergastolo. Ma l’ergastolo quello vero, per lui non sono previsti né l’indulto né la grazia“, ha concluso Sara.



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