Sono passati due anni da quando John Galliano venne licenziato da Dior in seguito alle sue dichiarazioni anti-semite in un bistrot di Parigi. Dopo un silenzio che dura dal 2011, l’ex direttore creativo della griffe francese rilascia un’intervista a Vanity Fair nella quale per la prima volta racconta il percorso di questo biennio. 



Le sue invettive contro una coppia di ebrei mentre era in preda all’alcool gli costarono il licenziamento in tronco e una multa di 6000€; Galliano sembra sinceramente pentito di quell’episodio: “Si tratta della peggiore cosa che ho mai detto in vita mia, ma non ne avevo intenzione”, e nel tempo ha capito quale sia stata la molla che l’ha spinto ad agire in un modo che ora gli appare del tutto estraneo al suo modo di essere:  “Ho cercato di capire perché la mia ira fosse diretta contro gli ebrei, e adesso ho realizzato che ero terribilmente arrabbiato e così scontento di me, che ho sparato la cosa più oltraggiosa che potessi dire”.

In quegli anni Galliano era al top della sua carriera ma la sua vita era pesantemente influenzata dal consumo di droghe e alcool:  “Per sentirmi sempre al massimo facevo ricorso a droghe e alcol. Ero convinto di dire basta quando avrei voluto. Non ammettevo di essere un alcolizzato. Invece, ero diventato uno schiavo”.

Nell’intervista i suoi ringraziamenti vanno a due persone che gli sono rimaste accanto e l’hanno aiutato a superare le sue dipendenze: Kate Moss e Linda Evangelista. Le due modelle l’hanno aiutato nel percorso di disintossicazione fatto in una clinica dell’Arizona e sempre Kate Moss gli ha dato la possibilità di iniziare la sua riabilitazione dal punto di vista creativo, quando gli ha commissionato il suo abito da sposa. “Adesso sto tornando pian piano alla moda – racconta lo stilista- Dopo una seconda possibilità , che mi è stata offerta da Oscar de la Renta, ho in programma nuovi obiettivi anche se mi sembra di vivere in una bolla”.

Galliano confessa che le sue dipendenze hanno rischiato di farlo “finire in manicomio o due metri sotto terra al camposanto”, ma ora si sente finalmente libero e quella a Vanity Fair è la prima intervista della sua vita condotta senza essere in uno stato alterato.