Un recente studio sul consumo di integratori alimentari di Omega 3 ha messo in risalto come questi aumentino del 70% nelle persone che li assumono, la possibilità di sviluppare il tumore alla prostata. 

La notizia, pubblicata in questi giorni dal britannico Daily Mail, riporta i pareri dei medici, che mettono in guardia contro il consumo di pastiglie a base di Omega 3 e suggeriscono di non consumare più di 2 o 3 pasti a settimana che comprendano pesce grasso, come salmone e sgombro.  



Il consumo di questi integratori è sempre stato incoraggiato poiché si pensa che abbiano diversi effetti benefici sulla salute: proteggere dall’eventualità di attacchi cardiaci, rinforzare le facoltà mentali e prevenire disturbi del comportamento nei bambini. Tuttavia gli scienziati hanno notato che i pazienti con alti livelli di Omega 3 nel sangue avevano il 71% in più rispetto ai pazienti con un livello normale, di sviluppare un tumore alla prostata dalla crescita particolarmente rapida e molto difficile da trattare. Oppure c’era la possibilità aumentata del 43% di ammalarsi di un tumore alla prostata meno aggressivo e dalla crescita più lenta. 



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Il team di medici del Fred Hutchinson Cancer Research Centre di Seattle ha messo in guardia sulla questione: “Non è stato dimostrato che assumere integratori sia di beneficio alla salute, e anzi, si sta dimostrando che la loro assunzione potrebbe essere nociva alla salute”, e questo avverrebbe anche con l’assunzione di una solacompressa di integratore al giorno o con il consumo 3 o 4 volte a settimana di pesce grasso. 

Tuttavia Hutchinson fa anche notare come nel pesce ci siano delle componenti molto salutari e che quindi l’incoraggiamento non è ad evitarlo completamente ma di assumerne con moderazione, e soprattutto limitare il consumo di integratori più che del pesce in sé. 



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In tutto ciò non è ancora stato spiegato in quale modo l’Omega 3 possa portare alla nascita e allo sviluppo di un tumore: per il momento si pensa che esso potrebbe indebolire il sistema immunitario o addirittura danneggiare il DNA. Questa scoperta è venuta a galla all’interno di un più ampio studio sul tumore alla prostata, che in Inghilterra uccide ogni anno 10mila persone.

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Shockante la dichiarazione del Dr. Kristal, che si occupa da sempre questo argomento: più approfondiamo il nostro studio e più ci accorgiamo che assumere eccessive dosi di integratori potrebbe aumentare il rischio di sviluppare proprio la malattia che si sta cercando di prevenire. Non c’è un singolo esempio di un integratore che abbia diminuito la possibilità di sviluppare una malattia”.

Il dott. Iain Frame del Prostate Cancer (UK) ha infine spiegato come “ci vorranno ancora tempo e studi più approfonditi prima di comprendere come il consumo di Omega 3 sia rischioso rispetto ai benefici di tale elemento può avere sulla salute”. 

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