Le meduse hanno invaso il mare dell’Isola D’Elba. Uno strano fenomeno si è verificato nell’arcipelago della Toscana. Lo scorso weekend le acque erano infestate dai celenterati, una specie urticante, la pelagia noctiluca, che hanno creato non pochi grattacapi ai bagnanti, soprattutto nella spiaggia delle Ghiaie.

Molti sono dovuti ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso. L’emergenza è poi rientrata grazie alla provvidenziale corrente e al vento di scirocco che hanno spinto la “colonia” altrove. Chi sono questi organismi che sempre di più popolano le acque del Mediterraneo? Dove le possiamo incontrare?



Lo abbiamo chiesto a Paola Del Negro, direttore del dipartimento di Oceanografia dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste.

Qual è il comportamento delle meduse?

Le meduse hanno due azioni, una sull’ambiente e una sui bagnanti. Nello specifico l’azione sui bagnanti può essere assolutamente non pericolosa nel senso che possono semplicemente accompagnare il nostro nuoto se sono meduse non urticanti oppure possono avere un’azione tossica e nei casi delle meduse presenti nel Mediterraneo soltanto dermo tossica.



Perchè dermo tossica?

Dico dermo tossica per differenziarla da altre meduse presenti negli oceani che possono avere anche delle tossine cardio tossiche che provocano effetti anche sul sistema nervoso e cardiaco, fortunatamente, però, queste specie non sono ancora state evidenziate nel Mediterraneo.

Queste specie più “pericolose” possono arrivare anche da noi?

Potrebbe essere che con i cambiamenti climatici in atto, piuttosto che con la movimentazione delle navi, con le acque di zavorra… possano arrivare, ma per il momento nel Mediterraneo ci sono specie che esplicano la loro tossicità solo a livello dermico, cioè ci danno le famose ustioni da medusa.



Si parla di ustione perché l’effetto del veleno è molto simile a quello che ci dà un ustione, quindi nei casi più gravi c’è la formazione di un edema sottocutaneo e la pelle si stacca, mentre nei casi meno importanti c’è la manifestazione di una zona pruriginosa che brucia e che può dare particolare fastidio.

Certamente è tutto molto soggettivo, dipende dalla sensibilità individuale delle persone e dalla zona del corpo che viene colpita. Se viene colpito il palmo della mano dove il derma ha uno spessore notevole l’effetto è meno importante, mentre se viene colpita una mucosa, come le labbra l’effetto è più grande.

Cosa può aver provocato quest’invasione di meduse nel mare dell’Elba?

Le meduse sono organismi platonici, sono capaci di muoversi poco e di ostacolare poco le correnti, per cui vengono spinte dai movimenti delle correnti, loro non riescono a opporsi. Quindi senz’altro c’è stata una corrente che le ha in qualche modo accumulate intorno a quella zona.

È vero che negli anni il numero di meduse nei nostri mari è andato aumentando? Se sì perché?

Sì e lo ha sottolineato anche il professor Boero, il massimo esperto a livello nazionale. I motivi sono molteplici e c’è molta ricerca in corso per cercare di capire perché ci sono tante meduse. Senz’altro potrebbe essere un effetto legato al riscaldamento dell’acqua in relazione al cambiamento climatico. Ma sembra che le cause prevalenti, a cui tutti si stanno indirizzando, siano legate all’eccessivo sforzo di pesca.

In che senso?

Pescati gli organismi predatori di meduse, quest’ultime hanno potuto proliferare a dismisura.

Esiste una “mappa” di mari dove troviamo più meduse in Italia?

Sulla quantità diciamo di no, però c’è un sito “occhio alla medusa” dove chiunque può vedere le segnalazioni della presenza di meduse nei mari italiani e contribuire alla ricerca inserendo all’interno le proprie osservazioni.

Quali caratteristiche devono avere i mari per “ospitare” le meduse?

Dipende dalle specie. Ci sono elle specie di meduse che preferiscono le acque fredde e quindi nei nostri mari si vedono d’inverno e altre che, invece, prediligono le acque più temperate, più calde. Se d’estate fa molto freddo certe specie tipiche dell’estate non sono così evidenti in superficie, magari rimangono nelle acque di fondo dove la temperatura è più costante. Però in linea generale diciamo che ci sono meduse che si adattano a diversi tipi di temperatura.

Per quanto riguarda le meduse urticanti apparse all’Isola d’Elba dove le troviamo?

Questa pelagia noctiluca è una delle specie più urticanti presenti nel Mediterraneo e questa generalmente si ritrova nel periodo di balneazione, quando la temperatura dell’acqua è temperata e rappresentano un rischio per il bagnante perché le ritrova quando fa il bagno. È una medusa che ama l’acqua calda.

(Elena Pescucci)