“Se non si quantifica un fenomeno lo si può usare come si vuole: negandolo o esaltandolo”: queste le parole di Dario Merlino, presidente del Cismai, quando ha presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il rapporto “Maltrattamento sui bambini: quante le vittime in Italia?”.

Il Cismai è il Coordinamento italiano servizi contro i maltrattamenti e l’abuso all’infanzia, ed ha raccolto insieme a Terre des Hommes i dati qualitativi e quantitativi sui maltrattamenti a danno dei bambini. Secondo Merlino “è un inizio”.



Si tratta infatti della prima indagine effettuata sul fenomento poichè pur essendone sempre stata riconosciuta la gravità, il compito di raccogliere dei dati reali era considerato un vero e proprio ostacolo. I numeri risultanti da uesta ricerca dimostrano come i maltrattamenti sui bambini siano un fenomeno sottostimato: sono quasi 100 mila i bambini in Italia vittime di maltrattamenti e abusi. Più della metà sono femmine (52,5%).



L’indgaine ha suddiviso la casistica in base al tipo di maltattamenti, che vanno dalla trascuratezza materiale e affettiva (52%), cui seguono la violenza assistita (16,66%), il maltrattamento psicologico (12,8%), l’ abuso sessuale (6,7%), patologia delle cure – in cui va considerata sia la penuria di cure che la ipercuria – (6,1%) e maltrattamento fisico (4,8%). 

Si tratta comunque di una classificazione sommaria, poichè è difficile tenere conto delle varianti territoriali: Roberto Gaeta, assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli ha sottolineato ad esempio come molti minori vivano in un contesto di illegalità, o come i minori extracomunitari non accompagnati non vengano neanche censiti. La ricerca di Cismai e Terres des Hommes evidenzia l’incapacità del paese di raccogliere dati reali su questo fenomeno, e chiede con urgenza che vengano istituzionalizzati sitemi e procedue di registrazione dei dati. Questo non solo per un freddo calcolo dei “numeri”, ma per poter mettere in atto politiche di prevenzione adeguate. 



In questi due anni di autority – ha osservato Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia – mi sono reso conto che uno dei grandi problemi di questo Paese è l’assoluta mancanza di coordinamento tra i vari servizi e tra le varie risorse esistenti”.

E ha aggiunto: “Girando per i territori mi accorgo di quanto i tagli dei fondi ai Comuni pesano drammaticamente su questo settore. Se i servizi funzionano bisogna ringraziare innanzitutto la grande professionalità e la grande passione di chi lavora su questi temi. Proprio in queste ore –  ha detto Spadafora – abbiamo avviato un’indagine per capire quanto si investe sull’infanzia, e anche quanti soldi per varie ragioni non siamo mai riusciti a spendere, e penso ai finanziamenti europei”.