Non è ancora cominciata ma è già sotto accusa. Real Time trasmetterà a partire dal 9 settembre la trasmissione di moda “Guardaroba perfetto kids and teens”.

Come già in altri programmi simili della stessa emittente, alla conduzione del programma ci sarà l’esperta di moda Carla Gozzi, che guiderà ragazzine dai 6 ai 15 anni alla scelta degli abiti più adatti alle varie occasioni tra quelli presenti nel loro guardaroba.Il promo della trasmissione è in onda da diversi giorni a ritmi martellanti e non ha tardato ad arrivare la reazione da parte del pubblico.



Ma si tratta più di questo: sulla piattaforma di campagne sociali Change.org (dalla quale è stata lanciata anche la petizione per far cacciare Borghezio da Parlamento Europeo), Roberta Zappalà, blogger che si occupa di televisione, generi e minori, ha proposto la cancellazione del programma, in quanto “privo di utilità sociale e culturale” nonchè dotato di contenuti “contrari a ogni principio volto a tutelare i minori nella loro formazione, crescita e libertà. La Convenzione sui diritti per l’infanzia e il Codice di autoregolamentazione tv-minori (e relativo Comitato) parlano chiaro in questo senso”.



Le ragazzine non devono essere condizionate da una televisione che fa passare il messaggio che look e moda siano tra le priorità della vita”. Secondo la Zappalà, il programma perpetuerebbe quell’idea, già messa in discussione da personalità ben più autorevoli come Virginia Woolf più di 200 anni fa, di una femminilità portata per sua natura ad interessarsi a cose come bambole, vestiti ed argomenti frivoli, indipendentemente dall’educazione. 

Nella sua petizione, la Zappalà, dopo questa citazione commenta “purtroppo ciò che è stato descritto nel XVIII secolo appare ancora una piaga moderna della nostra società che continua a dipingere la donna con i tratti della perfetta donnina di casa, di una maniaca dello shopping compulsivo.  Molte donne, purtroppo, non si rendono conto di essere schiave, sin dall’infanzia, di questa “educazione”, che mira ad una prematura e fittizia distinzione dei generi.”



La petizione ha raccolto 21382 firme e secondo l’obiettivo stabilito dalla Zappalà ne aspetta ancora 3818.