Alle Iene non è bastato infognarsi nella spinosa questione Stamina, o impaurire con azioni da stalker le colleghe in modo così credibile da far rischiare l’infarto. Forse per spostarsi su un terreno più giocoso, hanno dedicato nove minuti dell’ultima puntata al poliamore. 

Cos’è? Ma se ne parlano tutti… pure la D’Urso che è così in, sempre sul pezzo. C’è un sito, informatevi, dotto di definizioni e spiegazioni.  E c’è il video girato dalle Iene, allegramente invitate nella casa di Federico, Elisa e Damiano, felicemente conviventi ed amanti, tutti e tre insieme. “E’ un movimento diffuso in tutto il mondo, tra chi sceglie una relazione sentimentale con più persone, senza gelosia”, spiegano convinti. Poligamia? No, perché non bisogna per forza essere sposati. Scambismo? No, mica riguarda solo il sesso, ma i sentimenti, anzitutto… 



Come una mamma può amare con la stessa intensità diversi figli, si possono amare più partner contemporaneamente. Si tratta di Compersione, termine inventato di sana pianta, che pure ha un bel suono, e significa empatia gioiosa, godimento nel vedere la persona che si ama felice anche con altri. In inglese, frubbly. In indiano arcaico, quello dei testi buddisti, Mudita.  Il movimento ha insomma radici culturali antiche, e i più avveduti dei moderni l’hanno profeticamente annunciato come stato esistenziale da  Eden, come Charles Fourier, e noi che credevamo fosse quello dei falansteri. 



Vi vengono in mente le comunità hippy? Avete colto nel segno, l’amore libero dei figli dei fiori  ha permesso il fiorire di queste inedite comunità familiari che solo il conservatorismo oppressivo della società tradizionale ha bollato come eticamente riprovevoli o perverse e bla bla. 

Perché mai complicarsi la vita.  Vedere la propria donna o il proprio uomo che amoreggiano bellamente, sapere che fanno sesso nella camera accanto, mentre tu risciacqui i piatti, o meglio ancora te la spassi altrettanto bellamente con un altro/a è naturale e normale. Se la pensiamo diversamente, mentiamo, o ci auto convinciamo per i condizionamenti di una società patriarcale, che impone a una donna un solo pene e  a un uomo una sola vagina,  e se vi scandalizzate del linguaggio siete dei cow boy-girl, ovvero cercate di monogamizzare il compagno/a. 



Tocca ritrovarsi nel sesso ricreativo,  nella policuriosità, formare polecole (disegnate lo schema di una molecola su un foglio, e combinate i diversi elementi, per capire). Forse state pensando che i bordelli avevano meno pretese filosofiche e meno necessità di neologismi, e ancora sbagliate: l’adulterio, il tradimento sono quanto di più lontano dal poliamoroso, che offre e chiede un consenso informato di tutti i partner coinvolti, una comunicazione aperta e onesta, un’eticità, insomma.  Non a caso in America, dove  fortunatamente cominciano tutti i processi moderni e progressisti, le relazioni poliamorose sono oltre cinquecentomila. 

Perché occuparsi del fenomeno, nel bene o nel male? Che male fanno questi allegri poliamanti e poliamati? Beati loro, tanto più se riescono a sopravvivere senza accoltellarsi per un tempo durevole… Perché occuparsene, tocca ripetere, e chiederlo alle Iene, alla D’Urso, che ne hanno parlato con tanta simpatia. Nessun moralismo, ognuno è libero disegnarsi la vita come vuole (non è proprio così, ma bisogna dirlo, sennò ti inviamo) ma  non è vero, non è reale che si possa amare con la stessa intensità e tenerezza più persone, in modo assolutamente gratuito. Quindi, è una questione di sesso, ed erano più sinceri i sessantottini delle comuni ad ammetterlo. Secondo, scoccia parecchio la teorizzazione che ne fa un ideale nobile e adeguato ad un’umanità piena e ragionevole. Ma turba ben di più la pretesa di definirsi “famiglie”, la naturalezza con cui si parla di spartizione di figli, nel caso capiti: per questo ci viene il sospetto che si alzi il tiro per mirare più in basso, che si dia spazio a una provocazione tanto lontana dall’esperienza di ciascuno e dalla nostra cultura per centrare altro, solito obiettivo. 

Davanti a triadi, quaterne e cinquine di poliamorosi, i matrimoni omosessuali e perfino le adozioni da parte di due, due soli partner possono sembrare quasi accettabili. Siamo in campo aperto, in piena battaglia: il nemico usa tutte le armi a disposizione, e i suoi araldi, più o meno coscienti, più o meno in buona fede, ne diffondono i proclami. Pensano di farlo per un punto di audience in più. Stanno collaborando giorno dopo giorno alla distruzione della famiglia, alla condanna dell’uomo alla solitudine.