“O tempora, o mores!” diceva Cicerone e così andando si potrebbe pensare guardando il video postato su youtube riguardante una ragazzina spagnola, vestita come un bignè, che all’interno di un programma televisivo equivalente al nostrano “Tale e quale” al momento dell’assegnazione del suo ruolo esclama, coprendosi la faccia con le mani, che non le piace affatto interpretare Miley Cyrus perché, spiega, “è una puttana”. Nel frattempo tutti ridono, compresa lei, sotto le manine, con un viso di paffuta preadolescente smagata.
Il video gira, il programma fa audience, e non si capisce dove il tutto vada a parare; forse negli introiti pubblicitari.
In effetti la sua affermazione, forte, accompagnata dal sorrisetto sotto i baffi, apre almeno un paio di porte. Quella più bacchettona, ehm, più moralista, che ci fa pensare alla fiaba del Re Nudo: ci voleva uno sguardo innocente per rivelare finalmente la verità, cioè che anche Miley Cyrus va in giro nuda, provocante e provocatoria. Più che una cantante è stata definita una pornopopstar! Il suo successo è dovuto alla sua esposizione corporea più che alla sua estensione vocale…
L’altra versione riguarda strettamente il sorrisetto, la strizzatina d’occhi, il lieve rossore impalpabile e civettuolo della bimba-torta: ebbene, un po’ di provocazione è indispensabile per la visibilità, per farsi ri-prendere (in senso televisivo) e da che mondo è mondo il genere femminile si è servito di tale arma di seduzione per ottenere ciò che il genere maschile, ottuso e confuso da tale ostensione, concede prontamente.
Ebbene, scegliete voi da che porta entrare; io mi rifiuto di starci dentro. Aria vecchia in entrambe le stanze, pericolosa perché stantia.
All’aperto, dunque, facciamo un giro di pensieri; non si può negare che le nostre adolescenti, anzi pre-adolescenti, spesso vadano in giro tale e quale a delle piccole finte Lolite (Nabokov ci consenta); ma è vero che anche le loro madri fanno altrettanto.
Miley Cyrus, poverina, tira; sul mercato discografico sì, ma anche coca e canne.
E’ di moda trasgredire, dicono; non saprei, ormai non definirei più trasgressione tali atteggiamenti, sono consumati invece, come lei, ventiduenne costretta a mimare un manga giapponese.
Negarla, dunque? ritornare a essere castigate, morigerate? Ma cosa vuol dire davvero? Si può ritornare indietro come i gamberi oppure le galline scappate faranno ormai le uova vuote? E poi, vogliamo davvero mangiare solo frittate, o in fondo in fondo ci piace la carne, soda, giovane?
Tornare indietro è pericoloso, molto doloroso a volte, ce lo insegna la storia, anche quella personale. Bando alle ciance, ai rimpianti cioè, che non fanno andare avanti.
Forse ci basta capire dove effettivamente noi vogliamo andare; non la televisione, i mass-media o la pubblicità ci vogliono portare, noi e i nostri figli.
I figli, già; nascono che sanno bene dove andare; si attaccano al seno della mamma, si raggomitolano quieti tra le braccia forti del papà.
I bambini hanno un senso speciale della felicità, al punto che ce ne contagiano; deluderlo è terribile, qualcuno ha minacciato la Geenna per tale peccato.
Un peccato addirittura mortale, perché uccide la vera forza che rende un essere umano capace di fare cose buone, belle: noi uomini facciamo tutto, di tutto per essere felici.
Anche Miley Cyrus appare felice di quello che fa; peggio, appare felice “per” quello che fa.
Se lei ne è felice, beh, che lo faccia, verrebbe da dire.
Io no; i nostri figli?
Cos’hanno in alternativa alla felicità di spogliarsi e adescare il mondo?
Cosa e chi li guarda con un interesse maggiore, migliore, se non si spogliano?
Chi, ribadisco chi, ha per loro uno sguardo speciale? Quando crescono, si sa, non bastano i genitori, non basta l’occhiata di un padre che minaccia “come vai in giro, ti prego, mi sembri una donnaccia!” (che non dice altrettanto all’amante o alla nuova moglie)…
In questo nuovo e moderno pullulare di ninfette (e ninfetti, non ce ne dimentichiamo), chi ha davvero conservato uno sguardo sincero, che vada oltre la pelle e trapassi il cuore?
Si spogliano per farsi ammirare; e ben altro c’è, da ammirare in loro: ma non lo vediamo se smettiamo di volerlo per noi, se siamo i primi a aver dimenticato il luogo prezioso della bellezza umana.