La storia parrebbe sempre la stessa: la moglie, una volta accusato il marito di tradirla con un’infermiera, reclama il divorzio. Fatterelli già sentiti. Ma a fare la differenza, questa volta sono i dettagli. L’avvenente infermiera, viaggia sui cinquant’anni. Molti? Un po’ troppo stagionata? Neanche tanto, visto che ne ha pur sempre quaranta in meno di lui. L’arzillo – presunto – fedifrago è infatti un benestante novantunenne, per di più, malato di cancro. E per chiudere il gossip, sulla sua carta d’identità c’è scritto Jaruzelski, un cognome che in Polonia dice qualcosa. Non ci è dato di sapere esattamente come stanno le cose – sa mai morissimo dalla morbosa voglia di conoscerle – dal momento che il generale non ha rilasciato dichiarazioni in proposito. Ci mancherebbe. Se anche fosse tutto un malinteso, quale ultranovantenne non si gongolerebbe dall’essere circondato da un così misterioso alone di virilità?



A ogni modo, la moglie Barbara – all’aitante età di 84 anni – chiede il divorzio, oppure l’allontanamento immediato della presunta amante (chissà se la legge marziale le andrebbe comunque bene). Certo che 53 anni insieme sono comunque tanti per vedere il proprio marito morire con al capezzale l’avvocato. Mi sono domandata cosa avrei fatto io al suo posto. A quell’età, ammesso che lucidità e cataratta mi permettessero ancora di interpretare correttamente i segni del tradimento, non credo avrei la forza di spazzare via un rapporto così consolidato, con effetti che in fondo sarebbero più devastanti di un colpo di stato. Il problema però resta, anche perché la moglie del generale è convinta che l’altra, la crocerossina, sia interessata solo al denaro del marito; se la malasorte dovesse abbattersi anche su di me, io almeno non avrei questo tipo di complicazione. E quando si introduce il tema del denaro, si ricade in copioni già visti, senza neppure dover andare tanto lontano. In Italia, ogni anno ci sono ben 3.000 matrimoni tra ‘nonni’ e badanti. Tutto parrebbe grazie alla miracolosa pillola blu. Ai miei tempi, diciamo non troppo lontani, di blu c’erano i Baci Perugina, e bastavano quelli.



Ora invece, uomini che a malapena riescono a stare in piedi da soli, riescono quasi a tenere in piedi intere case farmaceutiche. E poiché il viagra di rigore non si usa con le mogli (pare ci sia scritto anche sul bugiardino annesso), il beneficio di cotanta avanguardia va all’infermiera-tutto-fare. Lo hanno reso pubblico anche i notai, che con l’avvento della pasticca dell’amore, quasi da subito sono stati coinvolti: dai ringalluzziti maschi si sono visti pervenire fior di richieste per cambiare testamento; e lasciare quel che gli resta alla badante. Perché in fondo la badante si è presa cura di loro. Cura di loro? Ma se il criterio fosse questo, allora cosa dovrei fare io? Lasciare tutto al chirurgo plastico, alla baby-sitter o all’estetista? Fatto sta che negli ultimi anni, su questo servizio i notai hanno visto impennare le loro parcelle. Un “miracolo” che, come ha dichiarato il presidente dell’Uinl (Unione internazionale dei notai) Jean-Paul Decorps, a proposito dell’aiutino: “ha letteralmente rivoluzionato i testamenti”. Chissà, se il signor Jaruzelski è entrato nell’ordine d’idee di rifare il suo testamento. Di certo, ne esce protagonista della sua piccola e forse ultima rivoluzione.

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