Troppe volte, nelle strade delle nostre città, di notte, abbiamo rimpianto la legge Merlin: forse sviati dal ricordo di qualche film stile telefoni bianchi, dai western con quelle allegre e accoglienti sale di svago per cow boy solitari, però abbiamo pensato che era meglio allora, quando il mestiere più antico del mondo veniva svolto in posti riparati e controllati. E in tanti dibattiti abbiamo parteggiato per chi, a destra come a sinistra, auspicava il ritorno alle fantonatiche case chiuse, e non perché si diventava uomini, ma perché la prostituzione è una delle principali fonti di finanziamento per la criminalità organizzata, e la più turpe; perché la prostituzione induce alla tratta delle nuove schiave, che quel sant’uomo di don Oreste Benzi andava nel buio delle periferie a cercare, per farle sentire amate e dare aiuto e protezione. Perché la strada è pericolosa: ci sono i matti, i violenti, tra i clienti e non solo tra gli sfruttatori, e la cronaca nera è piena di lapidi, di donne di strada. La prostituzione è via facile per la malattia, e l’Aids, se pure se ne parla di meno, non è meno pericoloso. 



Dunque, può parere strano che ci siano ancora politici, e semplici cittadini, che ritengono ingiusto accettare quel che avviene in ogni  metropoli “moderna”, che ci siano dei quartieri a luci rosse insomma, delle zone franche dove aprire liberamente bordelli, e permettere che la prostituzione si eserciti liberamente, “con tanto di modalità  di utilizzo e orari”. Presidi sanitari, obbligatorietà de profilattico, controlli su eventuale abuso di minorenni, e pene più aspre per i trasgressori. Inoltre, poiché pecunia non olet, versamento alla Camera di Commercio per un patentino: 6000 euro per il tempo pieno, 3000 per il part time, ricevute fiscali e relativi introiti in tasse per le casse statali. 



È l’elenco di desiderata di una proposta di legge presentata al Senato, con firme trasversali, che coprono tutto l’arco di Palazzo Madama. Ad esclusione dei cattolici, gli intransigenti, si dice. Per pruderie? Perché disturba l’idea, più che la vista di tante poverette agli incroci? Perché i peccati si fanno, ma senza farlo sapere? Sepolcri imbiancati, insomma. E può darsi che abbiano ragione. Nei bordelli in tanti ci portavano i figli, e poi entravano in chiesa la mattina dopo col segno di croce.  Ma questo è tema di riflessione per le coscienze, riguarda il peccato, e a ciascuno il suo. Uno stato deve muoversi seguendo altri criteri e priorità. 



Il primo giudizio deve partire dalla persona, la prima priorità è difenderne la dignità e i diritti. Checché ne dicano i vari movimenti LGBT, compresa la portavoce transessuale turca invitata a motivare il suo sostegno davanti ai senatori, non ci sono persone che “liberamente si alzano ogni mattina per fare questo lavoro”. Non c’è nessuna libertà nel vendersi, e nel pagare tangenti a chi ti consente di farlo, e questo avviene sempre, nelle case d’alto bordo e nei vicoli malsani. La vicenda delle ragazzine dei Parioli o di Imperia insegna. Si tratta di donne sole, mal educate, illuse, travolte in un vortice di vergogna, rimorso e sempre più serve di questa spirale perversa. Non si può smettere, anche se ti senti umiliata, indegna. Trovate una prostituta che osi ammettere il proprio lavoro davanti a suo figlio. Per ipocrisia? No, perché dentro di noi la coscienza di ciò che è bene e ciò che è male per sé, vigila e brucia, nonostante tutti i manifesti sbandierati dalla propaganda dei cosiddetti diritti. 

Curioso, sulla proposta della giovane Italia fresca di governo era arrivata qualche giorno fa una reprimenda dall’Unione Europea. Ma l’Europa ci urge solo se si tratta di soldi, in questo caso non preoccupa. E pensare che avevamo sentito un premier profetizzare che il suo mandato sarebbe stato scandito dalla parola education, gridata tre volte, alla Blair. Anche la strada educa alla vita, si diceva. Non “quella” strada. Possiamo togliere dalle strade prostitute, barboni, mendicanti. Non avremo risolto il problema della lascivia, dello sfruttamento e della miseria. Né potremo sentirci orgogliosi se parte dello sfruttamento avrà i sigilli dello Stato.