In Italia, anno dopo anno nascono sempre meno bambini: l’Istat ci segnala che nel 2013 abbiamo raggiunto il record negativo della natalità: 515 mila bimbi, 11 mila in meno del precedente record negativo in assoluto che era stato toccato nel 1995. All’estero invece, alcuni Paesi – come Francia, Inghilterra – continuano a tenere un tasso di fecondità maggiore del nostro; da un punto di vista sociologico, soprattutto grazie a ragguardevoli bonus bebè e assegni familiari non da poco. Verrebbe da dire che la denatalità è un problema innanzitutto economico: se il Governo ci aiuta, mettiamo al mondo più figli. Qualcosa che ricorda tanto l’incentivo statale alla rottamazione: se rottami la spirale, ti sovvenzioniamo un nuovo stock di pannolini. Ora: posto che per talune coppie i soldi sono davvero un serio problema e comunque un aiutino non fa schifo a nessuno (chi in questi giorni ha saldato tre settimane di campi estivi ne sa qualcosa), viene da chiedersi quanto incidano i costi – che sosteniamo comunque ogni giorno – sul consuntivo complessivo in presenza di figli.
– Uno. Con o senza marmocchi che saltellano per corsie di supermercati, negli ultimi anni siamo più attenti all’ambiente: spendiamo più soldi in prodotti bio, carta igienica in eco-fibra, cartoncini per auguri da fogli riciclati. Tuttavia, ripassare per la terza volta in cinque anni l’intero ciclo della fotosintesi clorofilliana è una lezione che non ha prezzo.
– Due. Una visita base dal parrucchiere costa, diciamo, almeno cinquanta euro. Peraltro, non essendo ancora riuscite a inserirla nelle spese assolutamente indispensabili, per noi mamme ogni tanto la seduta soccombe ad altre uscite impreviste. E’ allora che si arriva a scuola di corsa, arruffate, spettinate, col capello laccato di smog e lì si trova qualcuno che ci accoglie con un “Sei strabella, mammmaaaaaa!!!” tanto che ci tocca fermarci a controllare il nome sull’etichetta del grembiule per aver conferma di essere proprio noi le madri di quelle sante boccucce.
– Tre. Le cinque rate della Playstation comprata da poco scadono tassative il 30 di ogni prossimo mese, indipendentemente dal numero di figli. Ammortizzarle a più mani, facendo un opportuno uso dell’aggeggio è qualcosa che dà respiro a bilanci familiari e docce in buona pace.
– Quattro. Con l’avanzare dell’età, la memoria cala e le pastiglie a base di fosforo la farmacia non te le regala. Ecco allora che torna parecchio utile qualcuno che ti ricordi le cose. O almeno i concetti; come alcuni principi fondamentali di economia:
A. Se non ti puoi permettere la tracolla Prada da 590 euro, puoi sempre domandare a Gesù Bambino che te la porti il prossimo inverno. B. Un pasto da McDonald per cinque costa meno di un pranzo sushi per due. C. Esistono sorprese mattutine a prezzo zero che – inquadrate nella giusta prospettiva – possono rivelarsi una meraviglia per tutti. Per questo, avere ad esempio qualcuno che ti ricordi com’è bella la prima nevicata dell’anno è particolarmente confortante, soprattutto mentre cerchi di scartavetrare il parabrezza della Punto da sedici centimetri di poltiglia congelata, armata giusto di un pettine da borsetta.
Negli ultimi tredici anni, ho raffazzonato pupazzi di neve per farli contenti, infornato kili di pasta di sale per tirare sera, raccolto dal parquet decine di mattoncini lego per non incespicarvi a buccia di banana. Ma passo dopo passo, non sono mai inciampata in nulla – di più grande dei miei figli – che mi ridestasse dal mio rilassato torpore, per richiamarmi a ciò che è più Vero nella vita. Solo ora mi rendo conto che attraverso la fatica di educarli, ho educato prima di tutto me stessa: sì, perché, dovendo render loro ragione del perché vale la pena nascere, sono stata costretta a prenderne consapevolezza io innanzitutto. Sono cosciente che – anche ammucchiate tutte insieme come in un salvadanaio – le suddette ragioni non sono sufficienti a giustificare per chiunque l’accoglienza della maternità. Ma quando ci si accinge a lottare con i conti e con le spese, armarsi di un bilancino di metà strada può tornar sempre utile: per non smarrire la bussola sul dove si investe, e magari addirittura si guadagna.