Single — per volere o per forza — presto non sarete più discriminati nel giorno degli innamorati per eccellenza: basterà un click per “scaricare” un compagno virtuale. Invisible boyfriend (girlfriend per i maschietti), è un’applicazione per smartphone che simula l’esistenza di un fidanzato virtuale, al costo mensile di una scatola di Baci Perugina. Il servizio — in fase di testing, ma presto in abbonamento — passerà tutto attraverso il telefonino: col piano base, chi si abbona riceverà un tot di sms standard e chiamate fittizie; con il premium-plan si avrà invece diritto a chattare su whatsapp, ricevere messaggi face-book e selfie montati ad-hoc. Insomma, un partner da tenere in pugno. 



Lo scopo di pagarsi un fidanzato virtuale alla stregua di una sottoscrizione a Sky è quello di dare ad altri l’illusione di esser impegnati: per smettere di far la figura dell’unico sfigato-single al pranzo delle coppie, per fare ingelosire una compagna possessiva, o per mettere finalmente a tacere genitori in trepida attesa di quella benedetta materia prima necessaria per generar nipotini. 



Lascio agli psicologi il compito di sciorinare commenti sull’inquietudine della trovata, e qui mi limito a chiosare sulla dubbia efficienza della pensata. Ora: io non voglio scoraggiare nessuno, ma secondo me, l’iniziativa attecchirà quanto la rosa finta che il mio panettiere ha messo stamattina al cesto di focaccine. Innanzitutto, per quel che riguarda l’induzione di gelosia, l’idea si presta a parecchi fraintendimenti. Prendete me — ma come me tante — e il mio rapporto con la telefonia: mi han infilato dentro a ventun gruppi whatsapp, ricevo chiamate continue da nonne in preda all’ansia, mamme a caccia di passaggi…; insomma, se stiamo alla persistenza con cui trilla il mio cellulare, agli occhi di mio marito dovrei avere almeno una mezza dozzina di questi amanti. 



In secondo luogo, la messaggistica che arriva ad hoc è ben poco credibile. Non tanto per i contenuti. Ma come può essere verosimile un ragazzo che all’improvviso si mette a mandare sms esattamente in quei tre minuti che ti trovi improvvisamente liberi nella giornata? Per definizione, il messaggio arriva sempre: mentre si guida/si è sotto la doccia/sta per cominciare il cinema… E soprattutto, com’è plausibile un fidanzato che ti chiama la domenica mentre tu sei a pranzo dai tuoi, con il rischio serissimo che tua madre ti arraffi il cellulare e lo inviti per la cena del prossimo sabato? 

Piuttosto, se io fossi single e proprio volessi far finta di essere impegnata, altro che passare per il cellulare: mi infilerei al dito giusto un brillantino di bigiotteria e poi via di fantasia. Un fidanzato – anche solo ipotetico — sarebbe il pretesto perfetto per comperarmi quel delizioso tubino di Max Mara e far finta che me l’abbia regalato lui. 

Andrei dal parrucchiere una volta in più con l’alibi dell’aperitivo col suo capo, e soprattutto potrei usarlo come scusa per non ospitare il cocker di mia cugina per la settimana di Carnevale: potendomelo scegliere come voglio, un Mr. Invisible allergico ai peli di cane non me lo negherei per nulla al mondo!  

Certo, il rischio a cui mi esporrei sarebbe il medesimo: quello di distorcere la percezione del labile confine tra relazione reale e immaginaria. 

In un mondo fatto sempre più di rapporti virtuali, anche la smaterializzazione del fidanzato la dice lunga su come si possa toccare il fondo. A questo punto, non c’è che da risalire. Magari buttando a mare il cellulare, gettando l’amo alla luce di amici o parenti e aspettando. 

Che un bel pesciolone, di quelli veri, unici e ingombranti, abbocchi. Buon San Valentino a tutti.