Io che ho impiegato più di sette mesi per decidermi a farmi estrarre quel benedetto dente del giudizio che da anni mi dava fastidio, ho tremato fin nelle viscere quando ho saputo l’ultima su Angelina. La famosa attrice, dopo essersi sottoposta a doppia mastectomia, ha da poco annunciato di volersi sottoporre anche all’asportazione completa delle ovaie in via preventiva. Motivo, scongiurare il pericolo d’incorrere in un tipo di tumore per il quale avrebbe una predisposizione genetica. Medicalizzazione estrema, vien da dire. Tanto che dinanzi a ciò a chiunque balza all’occhio quanto può essere labile il confine tra il sacrosanto prendersi cura del proprio corpo e l’ipocondriaca ossessione di ammalarsi che porta fino alla mutilazione.  



E’ stato dunque inevitabile che, come da copione, davanti alla notizia, la critica si sia divisa: da un lato del pubblico c’è chi sta applaudendo l’attrice per la scelta coraggiosa, dall’altro chi la sta stroncando. Tra gli ultimi – i demolitori – ce n’è di tutte le specie: si va dagli omeopatici-nemici-giurati-del-bisturi, a coloro che leggono nel gesto ardito della Jolie la presunzione di chi pretende d’arrogarsi la padronanza ultima sul proprio corpo.
Per un attimo anche io sono stata tentata di bollare il gesto come un azzardato tentativo d’onnipotenza; ma poi mi son chiesta: chi sono io per sparar giudizi peggio di una macchina da pop-corn? Credo che l’intervento di eliminazione sul suo corpo sia appunto qualcosa di suo, e la cui decisione riguardi appunto lei e i medici che con lei l’hanno convenuta. Tanto più che qui non si (s)parla di un intervento di chirurgia estetica, bensì di un’operazione densa di conseguenze che mutila quella che resta una gran bella donna, e che ora lentamente sta per esser potata come un cipresso. Non entro nel merito della decisione, mi interessa di più capire il significato a cui essa rimanda. 



Nel tentativo di difendersi dalla sua fragilità, Angelina ce la sta mostrando in tutta la sua forza e la sua umanità. E’ diventata paradossalmente e all’improvviso un paradigma di bellezza e debolezza nello stesso tempo; al punto da farci chiedere da dove derivino tutto il fascino e la fragilità che oggi la contraddistinguono e convivono in un così peculiare binomio.

Viene da pensare che provengano dalla stessa radice misteriosa. La stessa origine imperscrutabile che ha portato quella che un giorno era la fascinosa e bellicosa Lara Kroft, oggi a combattere a pugni stretti per la sua vita vera.  Mostrandoci peraltro lo stesso inossidabile coraggio di una volta.



Ora, detto da cinespettatori, speriamo solo che di questa brava attrice ce ne resti ancora un po’. Per regalarci magari un giorno anche un film sulla sua – senza dubbio – vita singolare. In bocca al lupo signora Pitt. Chi ha visto in te fino a ieri una donna con il mondo ai suoi piedi, da domani ti vedrà (anche) con i segni della croce.