Quella di Sara Rossetti, 29enne infermiera della provincia di Roma, assomiglia alla più bella delle storie di Natale. C’è una nascita in vista, quella del bambino che porta in grembo. Ma anche una rinascita: la sua, quella di una ragazza che a 21 anni ha scoperto di avere un linfoma di Hodgkin. A rendere “speciale” la sua storia il fatto che Sara è la prima in Italia ad aver optato per la crioconservazione di parte del tessuto ovarico. Una scelta compiuta prima di sottoporsi ad un percorso accidentato e pieno di insidie, come ha raccontato la stessa Sara a Il Resto del Carlino:”In realtà non è stata una mia idea, pensavo solo alla sopravvivenza. Sono stati i medici del centro ematologico dell’Umberto I di Roma a suggerirmi questo procedimento. Allora ho preso contatto con la dottoressa Raffaella Fabbri e sono venuta a Bologna. Mi hanno prelevato una parte di tessuto ovarico e poi l’hanno congelato, mentre io sono rientrata a Roma e ho iniziato a curarmi“. Una scelta che ha “pagato”: Sara infatti aspetta un bambino.
SARA, INCINTA DOPO UN TUMORE: “IL NATALE PIÙ BELLO”
Intravedere la luce in fondo al tunnel, per Sara, non dev’essere stato affatto facile:”È stata molto dura, ho affrontato quattro cicli di chemio, poi non ho più risposto alle terapie, allora ho cambiato il protocollo di cura , un’altra chemio più forte, un autotrapianto di cellule staminali, ancora chemio e poi radioterapia. Comunque, ho vissuto tutto con il sorriso, ho un carattere forte e ho seguito il consiglio del professor Franco Mandelli – il noto ematologo scomparso lo scorso luglio (ndr) – che mi visitò per primo e mi disse di affidarmi alla sua équipe“. Passare dalla “guarigione” alla maternità non è stato così scontato:”Ho atteso cinque anni il via libera degli ematologi. Nel frattempo, mi sono laureata e poi sono tornata a Bologna e per due volte mi sono sottoposta al reimpianto del mio tessuto ovarico: è andato tutto bene, ma la gravidanza non è arrivata spontaneamente. A quel punto ho detto basta: non potevamo sprecare del tempo e ci siamo rivolti al centro di procreazione assistita della professoressa Eleonora Porcu. A ottobre c’è stata la prima stimolazione ovarica, ma ho prodotto solo un follicolo, a novembre il secondo tentativo: si è formato anche l’ovocita, poi la fecondazione con gli spermatozoi del mio compagno e dopo due giorni mi è stato impiantato l’embrione. E ora l’attesa: per la precisione sono di sei settimane e sei giorni“. Una storia meravigliosa, il regalo migliore, soprattutto in questo periodo, come ha ammesso Sara:”Per Natale non avrei potuto ricevere un regalo più bello“.