C’è una battaglia segreta che Ambra Angiolini sta combattendo. L’attrice è al fianco di Giulia, una mamma di 20 anni che non vede suo figlio dal settembre dell’anno scorso. C’è un decreto esecutivo che da luglio permette alla giovane di riavvicinarsi al suo Flavio, ma l’incontro non è stato mai fissato per questioni burocratiche. «Ricordo di aver visto Giulia vicino al lettino vuoto, su cui era appoggiata una tutina. Aveva nel suo dolore una dolcezza spiazzante e mi è sembrata subito mia figlia», ha raccontato Ambra Angiolini al Corriere della Sera. L’attrice allora era una volontaria, ora l’assiste la 20enne. «Ho letto il suo fascicolo, niente droghe, niente del genere. Ma era una specie di Treccani di complicatissimi giudizi. Sembrava una sentenza, in cui ogni suo gesto era stato giudicato». E allora Ambra Angiolini si è messa nei suoi panni: «Se avessi dovuto sostenere un esame per dimostrare di essere una buona madre, sarei entrata in confusione io stessa». Ha letto ad esempio in quel fascicolo che Giulia non aveva fatto sedere Flavio su un tappeto con dei giochi e lo aveva tenuto in braccio, ma perché quel tappeto era sporco, quindi non lo aveva fatto scendere. «Forse avrebbero tolto i figli anche a me», commenta con amarezza Ambra Angiolini.



AMBRA ANGIOLINI, BATTAGLIA AL FIANCO DI UNA MAMMA

Ambra Angiolini ha dunque deciso di aiutare Giulia nella sua lotta per riavere il suo bambino. Alla 20enne era stato chiesto di trovare un lavoro e di stabilire un suo percorso di vita. Nel giro di un mese ha trovato un impiego al McDonald’s, poi si è iscritta a una scuola di trucco. «La crescita di Giulia doveva essere certificata e lo abbiamo fatto», ha spiegato Ambra Angiolini al Corriere della Sera. La giovane mamma è riuscita così a vedere il figlio per un’ora, poi a settembre arriva la sentenza che rende il figlio adottabile. «Giulia tremava, aveva attacchi di panico. Abbiamo intrapreso un percorso legale che lei non avrebbe potuto sostenere da sola», ha proseguito l’attrice provvedendo privatamente a clamorose mancanze pubbliche. Arriva il processo d’appello e Giulia lo vince, quindi arriva il decreto per il riavvicinamento, ma da allora non c’è mai stato contatto. «Per un’incomprensione tra due comuni, non si è riusciti per mesi a nominare un assistente sociale che garantisse il riavvicinamento. Per questioni burocratiche non si trovava chi monitorasse gli incontri». Il tempo è passato e il bambino che a febbraio compirà 3 anni è ancora in una casa famiglia. E Ambra Angiolini ha deciso di rompere il silenzio: «Io dico basta. Mi sono decisa a parlare perché a noi è stato chiesto il miracolo di trovare in un mese un lavoro, pensare a un progetto di vita. L’abbiamo fatto, ci siamo affannati per rispettare le scadenze e invece qui, davanti a un decreto esecutivo, dobbiamo stare zitti e aspettare mesi. Non stiamo sfidando la legge, vogliamo solo farla eseguire».

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