E’ una lettera sfogoaperta quella che ha scritto una mamma di due bambini piccoli al Corriere della Sera. La donna ha voluto raccontare la sua disavventura con la scuola materna a cui è iscritto uno dei suoi due figli, avvenuta a fine dicembre, in occasione della festa di Natale. A due settimana dall’appuntamento, l’istituto decide di modificare l’orario della recita, anticipandolo alle ore 14:00, di circa due ore rispetto a quanto concordato in precedenza. Purtroppo, per motivi lavorativi, la mamma non può partecipare, e decide di farlo presente all’insegnante. «Ognuno ha le sue priorità», si sente replicare la donna, una frase che ha profondamente demoralizzato la mamma, che ha così deciso di impugnare il personal computer, e buttare già due righe. «Nel mio faticoso percorso di conciliazione – scrive la madre – fra un lavoro molto impegnativo e la condizione di madre di due bambini piccoli, mi sono finora sentita molto più ostacolata ed appesantita, che non aiutata, dalle istituzioni educative pubbliche a cui ho affidato i miei figli».



LETTERA SFOGO DI UNA MAMMA ALLA SCUOLA

Secondo la mamma che scrive, la materna e il nido a cui sono iscritti i due figli, hanno coinvolto forse fin troppo i genitori con continui appuntamenti spesso in orario incompatibili con il lavoro, come appunto la recita natalizia: «La fatica dell’accudimento – prosegue la madre – che prima era solo fisica ha lasciato il posto ad una fatica sempre più mentale quando ho preso atto di essere una mamma diversa e meno presente nella vita dei miei bambini rispetto alla maggioranza delle altre mamme, che vanno a prendere i bambini all’uscita, che si conoscono fra loro e conoscono tutti i compagni dei figli, che preparano le torte per le merende, che organizzano lodevolissime iniziative benefiche e non mancano mai a nessuna festicciola dell’asilo». Quindi la mamma amareggiata conclude la sua lunga lettera riflessiva, con una domanda e nel contempo un monito, rivolti alla scuola pubblica italiana in generale: «Non vede la scuola pubblica che quelle mamme “impegnate” ed esaurite si stanno rivolgendo sempre più spesso a strutture private, dove una delle priorità è il supporto alla famiglia, più che non lo sforzo della famiglia? Non sarebbe bello che la scuola pubblica italiana restasse la scuola di tutti, garanzia di qualità e di moralità (anche pubblica), fucina di pari opportunità sin dai modelli che propone?».

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