Se una mamma cresce da sola un figlio “modello” ha diritto all’assegno di divorzio, perché è anche merito suo se lo è. Lo ha stabilito il Tribunale di Torino prendendo in esame il caso di una donna, madre e casalinga cinquantenne, che si è presa cura della sua famiglia rinunciando alla carriera. Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato di un caso opposto, cioè della no della Cassazione al ricorso di una donna che voleva il mantenimento dall’ex anche se aveva formato una nuova famiglia. Con questa decisione invece si va contro la cosiddetta “sentenza Grilli”, che aveva rivoluzionato le cose per quanto riguarda il divorzio, sostenendo che il mantenimento del tenore di vita che la donna aveva durante il matrimonio non era più un principio attuale. Tanti ex mariti si sono fatti avanti, anche a Torino, per ridiscutere l’assegno, in alcuni casi anche azzerarlo. Il caso di Cristina invece va in senso opposto. Alla nascita del figlio aveva deciso, d’accordo col marito, di lasciare il lavoro da impiegata per allevarlo, quindi il marito aveva continuato a lavorare e spesso era in trasferta. Era lei quindi ad occuparsi del figlio e a seguirlo negli studi. Ora ha 20 anni, è iscritto a Ingegneria aerospaziale e sogna di lavorare per la Nasa.



MAMMA CRESCE DA SOLA FIGLIO MODELLO? ASSEGNO DI DIVORZIO INTATTO

Il figlio si è dimostrato subito uno studente “modello”: è sempre stato il primo della classe fin da bambino. Al liceo si è diplomato col massimo dei voti ed è stato anche ricevuto dalla sindaca Appendino. «Crescere un figlio è impegno non indifferente, le donne non vanno penalizzate», il commento di Cristina, secondo cui questa decisione del tribunale è «un riconoscimento per tutto il lavoro svolto in questi anni». Questo vuol dire che se un figlio è bravo, non è merito solo di geni e talento, ma anche del supporto di un genitore che sa valorizzare queste qualità. Per il legale di Cristina, l’avvocato Maurizio Cordona, la cosiddetta “sentenza Grilli” «rischia di penalizzare tutte quelle donne che hanno contribuito in modo significativo alla crescita del nucleo familiare, facendo risparmiare i costi di baby sitter e colf e consentendo al coniuge di dedicarsi con più serenità e concentrazione alla carriera professionale». L’orientamento però sta cambiando. Ne parla proprio l’avvocato, facendo l’esempio della Cassazione che ha evidenziato come sia fondamentale per l’attribuzione dell’assegno valutare la cosiddetta “adeguatezza dei mezzi”. Questo vuol dire che bisogna «considerare tutta la storia di vita insieme, le decisioni prese di comune accordo, il ruolo e il contributo fornito dall’ex coniuge economicamente più debole alla realizzazione del patrimonio di ciascuno e di quello di entrambi».

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