Decathlon è stata costretta a bloccare la vendita del suo hijab sportivo (il tipico copricapo che indossano le donne musulmane), a seguito delle accese proteste scoppiate nelle ultime ore. La nota azienda sportiva d’oltralpe aveva iniziato a vendere il suo prodotto in Marocco e programmava di venderlo in giro per il mondo, in altri 49 paesi, Francia compresa. Peccato però che molti oltralpe si siano opposti a tale decisione, visto che l’Hijab sportivo viene considerato contro la legge francese. La donna dell’Islam tutta “bardata”, viene infatti ritenuta un grande affronto alla donna stessa, ed è per questo che i cugini si sono opposti con forza alla commercializzazione dell’Hijab per lo sport: «Preferirei che un marchio francese – le parole di Agnès Buzyn, ministro francese per la solidarietà e la salute, in una recente intervista alla radio – non promuovesse il velo». Simile il pensiero di Aurore Bergé, deputato e portavoce del partito politico del presidente Emmanuel Macron, che attraverso Twitter ha fatto sapere: «La mia scelta di donna e cittadino sarà quella di non fidarmi più di un marchio che si distacca dai nostri valori».



DECATHLON, PROTESTE CONTRO L’HIJAB SPORTIVO

Decathlon, dal suo canto, ha fatto sapere che il suo obiettivo era semplicemente quello di rendere lo sport più accessibile anche alle donne musulmane, mettendo a loro disposizione appunto un hijab adatto: «Il nostro obiettivo è semplice – ha fatto sapere la stessa azienda di articoli sportivi – offrire loro un prodotto sportivo adatto, senza alcun giudizio in merito». La Decathlon ha denunciato al tabloid britannico Independent, che il personale nei suoi negozi era stato addirittura insultato e minacciato, a volte fisicamente, e che in una sola mattinata erano state effettuate più di 500 fra chiamate ed email. A seguito di tale forte azione di dissenso, l’azienda ha deciso di interrompere la vendita del prodotto in Francia: «Stiamo davvero prendendo una decisione responsabile – le parole del responsabile della comunicazione, Xavier Rivorie – non commercializzare questo prodotto in Francia in questo momento».

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