Prosegue l’appuntamento con le interviste alle donne oggi protagoniste del settore finanziario. Questa volta ho deciso di rivolgere qualche domanda Silvia Favulli, Project manager e responsabile del settore startup ed equity crowdfunding per Scai Comunicazione.

Silvia, grazie per aver accettato di partecipare alla nostra rubrica sulle donne in finanza. Prima di iniziare la nostra intervista ti chiederei, per rompere il ghiaccio, di raccontarci l’episodio che nella vita ti ha fatto capire cosa volevi intraprendere professionalmente e subito dopo di cosa ti occupi attualmente.



Era il 2016 e dopo diversi anni tra pratica legale ed esercizio della professione di avvocato, un episodio personale non proprio piacevole, mi ha spinta ad allontanarmi dal settore forense. In realtà, è stata per me l’occasione per capire che volevo fare altro e che mi sarebbe piaciuto seguire la mia passione per il mondo delle imprese e dell’innovazione. Avevo infatti da poco iniziato a sentir parlare di startup, ecosistemi innovativi, fintech e mi sono buttata in questo ambito. Attualmente sono project manager e responsabile del settore startup ed equity crowdfunding per Scai Comunicazione.



Hai sempre avuto interesse per questa realtà o è una passione che si è sviluppata nel corso del tuo percorso formativo e/o professionale?

Le imprese innovative e in generale lo sviluppo aziendale mi hanno sempre incuriosita, poi grazie al primo evento per cui ho lavorato in questo settore, Heroes meet in Maratea, mi si è aperto un mondo. Ho conosciuto giovani startupper, CEO di grandi aziende, mentor e piattaforme di crowdfunding e ho capito che questo sarebbe stato il mio futuro professionale. Piano piano mi sono specializzata sul campo in marketing e comunicazione per raccolte di equity crowdfunding.



Che ruolo ha avuto nella tua vita la finanza? Ti ha guidata, l’hai guidata tu?

Per gran parte della mia vita mi ha guidata, l’ho sempre osservata con un po’ di timore reverenziale, anche perché sono stata educata al risparmio e alla grande attenzione e oculatezza per le spese quotidiane e non solo. Ricordo che ai tempi dell’università ero sempre in ansia per i costi da sostenere come studentessa fuori sede. Grazie ai primi guadagni e poi alla mia esperienza professionale nel settore impresa e fintech ho conosciuto meglio la finanza e ho capito che non bisogna averne paura! Anzi, con la giusta consapevolezza dei rischi si possono cogliere molte opportunità!

Sappiamo dalle statistiche che il numero percentuale delle donne coinvolte in finanza, seppur in crescita, è notevolmente più basso rispetto alla percentuale maschile. A tuo giudizio quali sono gli elementi che hanno inibito la partecipazione delle donne al mondo della finanza: mancanza di affinità o egemonia maschile? Come ho detto in una scorsa intervista: Sono le donne che non affascinano la finanza, o la finanza che non affascina le donne?

Con la campagna Capitale Donna abbiamo voluto accendere i riflettori proprio su queste tematiche. Penso che ci siano diversi fattori che inibiscono la partecipazione delle donne. A partire dalla differenza salariale rispetto agli uomini che non offre le stesse possibilità economiche o addirittura all’assenza di indipendenza economica, passando l’elemento comportamentale per cui le donne (non tutte!) tendono a essere più caute e quindi meno propense ad attività che comportano dei rischi, come quelle di investimento. E poi si tende a pensare, ma questo non riguarda solo le donne, che la finanza sia qualcosa di troppo complesso e anche poco trasparente, per cui molti tendono a starne alla larga.

Quali sono a tuo avviso le iniziative per introdurre e favorire l’ingresso delle donne in questo mondo?

Credo che l’informazione, la formazione e la consapevolezza in quest’ordine siano i passi da compiere per fare in modo che più donne si occupino di finanza. Capitale Donna rappresenta, come campagna informativa, il primo step di questo percorso, ma oltre a parlarne e a “fare un po’ di rumore” con le attività di comunicazione, serve educare. Non c’è altra strada.

Cosa pensi della finanza comportamentale?

La trovo molto affascinante, così come il neuromarketing ci aiuta a capire le scelte di acquisto, la finanza comportamentale può essere di supporto per comprendere le scelte di investimento.

Come sai, ritengo che inserire l’insegnamento della materia finanziaria sin dalle scuole primarie, sia un obiettivo da perseguire con tenacia e determinazione, non per creare degli esperti, ma perché il cittadino possa avere capacità di orientamento e azione nel mondo finanziario. Cosa ne pensi?

Concordo pienamente, la corretta gestione del proprio denaro è fondamentale non solo per il presente, ma anche per il futuro di tutti noi. Dobbiamo imparare a usarlo per vivere dignitosamente oggi e garantirci un futuro senza sorprese domani, per quanto possibile, ovviamente. Per questo è molto importante insegnare fin da piccoli come farlo.

Come concilia Silvia la sua vita professionale e personale. Primo pensiero la mattina e l’ultimo della giornata?

Sono ancora alla ricerca di un equilibrio, non è facile perché il lavoro mi assorbe moltissimo. Il primo pensiero della mattina è “quale è la prima riunione di oggi?”, l’ultimo è una proiezione piacevole su come impiegare il weekend libero o l’organizzazione della prossima vacanza! Così vado a dormire contenta.

Quali, i tuoi progetti per il futuro?

Progetti tanti, oggi siamo circondati da stimoli continui e a me vengono 1000 idee al minuto, vorrei fare tante cose ma ovviamente non riesco a farle tutte per carenza di risorse economiche, fisiche e mentali! Quello che mi piacerebbe davvero è fare cose che possano avere un impatto, lasciare qualcosa, anche piccole azioni, ma che siano utili. Ecco per esempio Capitale Donna, lo metto sicuramente tra i progetti futuri perché mi piacerebbe che possa diventare qualcosa di duraturo.

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