Negli ultimi decenni, la tecnologia è diventata uno dei pilastri fondamentali della nostra società, influenzando ogni aspetto delle nostre vite, dalla comunicazione al lavoro, fino alla sanità e all’educazione. Tuttavia, c’è ancora una forte disparità di genere all’interno di questo settore in continua espansione. Le donne rappresentano una minoranza nella tecnologia, sia a livello educativo che nel mercato del lavoro, e questo fenomeno ha conseguenze non solo per le donne stesse, ma anche per l’industria nel suo insieme.
Secondo il Digital & Trend Report di Statista, nel 2023 le donne rappresentavano solo il 26,7% della forza lavoro nel settore tecnologico a livello globale, un incremento rispetto agli anni precedenti, ma comunque una percentuale decisamente inferiore a quella degli uomini. Negli Stati Uniti, uno dei Paesi più avanzati nell’ambito dell’occupazione tecnologica, le donne compongono solo il 28% della forza lavoro nel settore Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). In Europa, la situazione non è molto diversa: in Italia, le donne rappresentano il 20% dei laureati in ingegneria e circa il 16% di chi lavora nel campo dell’informatica (Istat, Rapporto sulla disparità di genere in Italia, 2022).
I sistemi di intelligenza artificiale apprendono dai dati e se questi non rappresentano adeguatamente l’intera popolazione gli algoritmi risultanti possono essere soggetti a distorsioni. È quindi essenziale includere un maggior numero di donne nei team di sviluppo dell’intelligenza artificiale e nei ruoli di leadership senior nel settore tecnologico, al fine di identificare i pregiudizi, specialmente in questa fase iniziale dello sviluppo. Questa mancanza di rappresentanza femminile nella tecnologia non è solo un problema di equità sociale, ma rappresenta anche una perdita economica significativa. Secondo un’analisi di McKinsey, una maggiore inclusione delle donne nel settore tecnologico potrebbe contribuire ad aumentare il Pil globale di circa 12.000 miliardi di dollari entro il 2025 (McKinsey, 2020).
Le cause di questa sottorappresentazione sono diverse e radicate in fattori storici, culturali e strutturali. Innanzitutto, i pregiudizi di genere iniziano fin dalle scuole elementari, dove i ragazzi vengono spesso incoraggiati a perseguire studi scientifici e matematici, mentre le ragazze sono più incoraggiate verso le discipline umanistiche. Questa differenziazione, seppur non sempre esplicita, crea delle aspettative sociali che possono influenzare le scelte di studio e di carriera delle giovani donne.
Il divario salariale di genere nel settore tecnologico rimane uno dei più marcati. Le donne europee impiegate in questo campo, ad esempio, guadagnano in media il 26% in meno rispetto agli uomini. In un settore con una disparità così significativa, è fondamentale che un numero maggiore di aziende tecnologiche di medie dimensioni misuri la disuguaglianza salariale di genere. Tuttavia, secondo i dati del rapporto Women in Business 2024 di Grant Thornton, attualmente solo il 40,4% di esse lo fa, una percentuale inferiore alla media globale del 46,8%, il che è particolarmente preoccupante. Non è sorprendente che una disparità salariale così ampia scoraggi le donne dall’intraprendere una carriera nel settore tecnologico. Mostrare progressi nella riduzione dei divari salariali può, invece, contribuire ad attirare i migliori talenti.
Nonostante le sfide, sono stati compiuti notevoli progressi per incoraggiare le ragazze e le donne a intraprendere carriere tecnologiche. Numerose iniziative sono state lanciate, ad esempio organizzazioni come Girls Who Code e Women Techmakers di Google hanno programmi educativi e di mentorship per ispirare giovani donne a intraprendere carriere in ambito Stem. Queste iniziative mirano a colmare il divario di genere fornendo alle ragazze competenze tecniche e supporto psicologico per affrontare le sfide dell’industria tecnologica. In Italia, programmi come Coding Girls, promossi da Fondazione Mondo Digitale, si concentrano sull’insegnamento della programmazione alle ragazze delle scuole superiori, cercando di superare i pregiudizi e di fornire competenze che possano aprire nuove opportunità professionali. Le aziende stesse stanno cercando di fare di più per migliorare la rappresentanza femminile. Colossi tecnologici come Microsoft, IBM e Apple hanno lanciato programmi di diversity & inclusion che mirano ad aumentare la percentuale di donne nelle posizioni tecniche e di leadership. Microsoft, ad esempio, ha creato un’iniziativa per aumentare il numero di donne in ruoli tecnici senior e per garantire che il loro contributo sia valorizzato e premiato (Microsoft, Diversity & Inclusion Report 2023).
Numerosi studi hanno dimostrato che la diversità di genere non è solo una questione di giustizia sociale, ma apporta benefici tangibili alle aziende. Secondo un rapporto di Boston Consulting Group, le aziende con team dirigenziali diversificati ottengono profitti superiori del 19% rispetto a quelle con minore diversità (BCG, 2018). La presenza di più donne nel settore tecnologico può contribuire a creare prodotti e servizi più inclusivi, che rispondano meglio alle esigenze di una società variegata.
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