Le donne musulmane, a Sesto San Giovanni, nel milanese, rifiutano di ricevere o interagire con gli addetti maschi del Comune, causando non pochi disagi all’amministrazione comunale. A riferirlo è il sindaco locale, Roberto Di Stefano, con un post su Facebook, nel quale denunciando l’accaduto annuncia anche l’introduzione futura di misure contro ciò che il primo cittadino ritiene essere il contrario dell’integrazione. Per le donne musulmane, infatti, l’impossibilità di interagire con gli addetti maschi del Comune, è secondo Di Stefano l’esempio più lampante di “oppressione“, che oltre a creare disagi a livello comunale, potrebbe comportare anche problemi a livello sociale.



La denuncia del sindaco: “Troppe donne musulmane che rifiutano addetti maschi del Comune”

“Da tempo”, spiega il sindaco di Sesto San Giovanni su Facebook, “accadono episodi spiacevoli” che riguardano gli addetti maschi del Comune che “non vengono ricevuti dalle donne musulmane”. Donne che, dunque, “rifiutano di ricevere le notifiche fondamentali del Comune di Sesto San Giovanni se a consegnarle è un uomo” con l’esito che “il messo notificatore lasci la notifica nella casella della posta e che il giorno dopo la famiglia si rechi in comune per ritirare il documento che doveva essere consegnato”. Tutto, riferisce anche il primo cittadino nel post, “in base a ovvie imposizioni di tipo religioso“, che impediscono “alle donne di avere contatti con uomini”.



Inoltre, denuncia ancora Di Stefano, non solo le donne musulmane rifiutano di ricevere notifiche dagli addetti del Comune maschi, ma anche “il giorno dopo, se viene incaricata una donna di ritirare la documentazione vuole rivolgersi solo a sportelli in cui ci sia una donna. È evidente”, sottolinea, “il caso di discriminazione al contrario”. Infatti, argomenta Di Stefano, dal conto suo “non [posso] cambiare i  regolamenti e i concorsi scegliendo esclusivamente personale femminile, perché sarebbe una discriminazione di sesso vietata dalla Costituzione”. Inoltre, esempi simili dimostrano che le donne musulmane, e in generale i cittadini stranieri, “non hanno alcuna intenzione di integrarsi“. Non potendo modificare le regolamentazioni costituzionali, Di Stefano per evitare che le donne musulmane non ricevano gli addetti maschi del Comune, annuncia l’intenzione di approvare “nuove linee guida comunali inserendo il pagamento di un diritto di segreteria per chi si rifiuta volutamente di ritirare un atto che necessita di essere notificato”.