Sono più di cinque le donne di età pari o superiore a 50 anni che hanno partorito ogni settimana nei tre anni fino al 2021. L’aumento dell’età delle donne partorienti potrebbe essere dovuto alla fecondazione in vitro. Almeno nove donne di età pari o superiore a 60 anni, tra cui due pensionate, hanno partorito negli ospedali inglesi dal 2019. Sono i dati dell’Office for National Statitics (ONS), secondo i quali sono 824 le donne di età superiore ai 50 anni che hanno partorito tra il 2019 e il 2021: si tratta di 275 all’anno.



I dati certificano un aumento del 20% rispetto alle 701 donne over 50 che hanno partorito nei tre anni precedenti. Sono tante anche le celebrità che negli ultimi anni hanno avuto figli in età avanzata: per questo gli esperti chiamano l’andamento demografico “l’effetto Janet Jackson”, dopo la nascita del figlio Eissa Al Mana a 50 anni nel 2017. Anche Rachel Weisz ha avuto il primo figlio con il marito Daniel Craig nel 2018 quando aveva 48 anni, mentre Naomi Campbell è diventata madre all’età di 50 anni nel 2021.



Donne partorienti, gli effetti della pandemia sulla fertilità

Come sottolinea il Daily Telegraph, le liste d’attesa della ginecologia sono aumentate vertiginosamente del 60%, arrivando a oltre 570.000, durante la pandemia. I ritardi nelle indagini sui problemi di fertilità hanno provocato un ritardo nel percorso verso la maternità di tante donne, ha spiegato il dottor Raj Mathur, presidente della British Fertility Society. Il dottor Mathur ha parlato di “un graduale aumento del numero di donne che si rivolgono alle cliniche per il trattamento della fertilità utilizzando ovociti di donatore, di età prossima o superiore ai 50 anni”. Infatti, “A causa della pandemia, una paziente potrebbe aver iniziato a cercare cure quando aveva 47 anni, ma ora ne ha 50”.



Mentre tante donne hanno partorito naturalmente, tante altre si sono affidate alla fecondazione assistita per poi tornare nel Regno Unito per partorire. Non c’è un limite legale per quanto riguarda l’età in cui una donna può sottoporsi a trattamenti per la fertilità, anche se nel Regno Unito non vengono trattati pazienti di età superiore ai 51 anni. Il dottor Ippokratis Sarris, consulente e direttore di King’s Fertility, ha spiegato che occasionalmente ha visto donne sulla sessantina: eppure “Se possiamo fare qualcosa dal punto di vista medico, non sempre significa che dovremmo”.