In uno scenario macroeconomico condizionato dalla crisi energetica e climatica, la DOP economy italiana mostra ancora una volta un quadro positivo contrassegnato da valori record. Che trovano nel settore alimentare un volàno decisivo. I dati parlano chiaro: secondo il XXI Rapporto Ismea-Qualivita, nel 2022 le DOP e IGP legate al cibo hanno mosso un valore alla produzione di quasi 9 miliardi di euro, grazie a un allungo del 9% (+33% in dieci anni), per un fatturato al consumo finale che supera i 17 miliardi euro (+6%). Numeri importanti, quindi, che testimoniano l’impegno di 85.584 operatori, 550 mila occupati, 168 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e 41 Organismi di controllo.
E ancora meglio fanno le DOP e IGP vitivinicole: l’imbottigliato ha infatti superato gli 11 miliardi di euro, spinto da una crescita del +5%, mentre lo sfuso ha raggiunto quota 4 miliardi di euro, complice un incremento del +13%. Numeri che dimostrano come questa filiera – ricorda Ismea-Qualivita – abbia saputo mettere a frutto l’impegno quotidiano di 109.823 operatori che danno lavoro a oltre 340 mila persone, grazie anche al coordinamento di 128 Consorzi di tutela autorizzati dal Masaf e seguiti dall’attività di 12 Organismi di controllo.
Le buone notizie però non finiscono qui. Molto positivi sono anche i numeri relativi all’export. In questo caso, la filiera del cibo ha realizzato un fatturato pari a 4,7 miliardi di euro, frutto di un balzo del 6% nell’anno che incorona un decennio d’oro (+66%), trainato soprattutto del recupero dei mercati extra-Ue, che da soli viaggiano a +10%. Il comparto del vino ha invece sfiorato i 7 miliardi di euro, registrando una progressione del 10% sul 2021 e dell’80% rispetto al 2012, che sale addirittura al +116% se si considerano i soli vini DOP. Complessivamente, dunque, grazie a una accelerazione dell’8% sul 2021, il combinato disposto di cibo e vino ha fatto segnare 11,6 miliardi di euro di esportazioni, che valgono il 19% del giro d’affari all’estero dell’agroalimentare nazionale.
Il Rapporto Ismea-Qualivita segnala inoltre come la DOP economy legata alla tavola abbia un impatto economico territoriale diffuso nel Paese: l’indagine attesta, infatti, come, per il secondo anno consecutivo, questo comparto assicuri una crescita del valore per 18 regioni su 20. E ancora più in dettaglio, l’analisi rileva che tra le 107 province italiane, ben 84 hanno incrementato il valore delle loro produzioni a marchio comunitario e per 40 di queste la crescita viaggia a due cifre. A fare la parte del leone è però il Nord-Est che, con 11 miliardi euro, vale da solo il 55% del comparto, capitalizzando un allungo di quasi il 6% sul 2021.
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