La malagestione degli alloggi delle forze dell’ordine destinate al G7 è stata un caso. Ma anche il mezzo che ha sostituito la fatiscente nave Mykonos Magic, posta subito sotto sequestro, non si è rivelato all’altezza. Tutto questo è un segnale d’allarme sia per il buon nome dello Stato, sia per la gestione degli affari interni, così delicata in eventi di punta come il summit dei Grandi che si è concluso venerdì a Savelletri di Fasano (Brindisi).
Parla di vera e propria “superficialità organizzativa del dipartimento di Pubblica sicurezza” – sintomo di “poca attenzione” e di scarso rispetto per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine – Antonio Tarallo, segretario generale dell’USIC (Unione Sindacale Italiana Carabinieri). Al Sussidiario fa sapere di avere chiesto un incontro alla presidente del Consiglio Meloni. Anche per mettere a tema le risorse insufficienti destinate al rinnovo contrattuale.
Segretario Tarallo, cos’è accaduto davvero a Brindisi? Quali erano le condizioni degli alloggi destinati alle forze dell’ordine?
Un’organizzazione pessima e senza preventivi controlli ha creato non solo disagi alloggiativi, come nel caso di nave Mykonos Magic, ma anche uno sperpero di soldi pubblici per circa 6 milioni di euro per l’utilizzo della citata nave ed altri 2,5 milioni successivi per il noleggio di una motonave, per cercare di sanare l’incredibile situazione di degrado riscontrata.
Il problema è stato risolto?
Il secondo natante aveva minori problemi strutturali, ma si è rivelato anch’esso non idoneo all’alloggio per diversi giorni del personale delle forze di polizia.
Si chiede sicurezza a 360 gradi ma poi non si riesce ad assicurare il minimo di benessere a chi opera in sicurezza. Dove sta il corto circuito?
Il corto circuito in questo caso lo ha creato la superficialità organizzativa del dipartimento di Pubblica sicurezza. Ripeto, non si può fare un contratto senza una verifica accurata di ciò che si vuole acquistare.
Quello di Brindisi è un caso isolato rispetto alle condizioni in cui operano le forze dell’ordine in alcune circostanze?
Il G7 di Brindisi, purtroppo, ha fatto registrare la poca attenzione riservata alla “sistemazione” delle donne e uomini impegnati nell’evento, che si sono trovati in una situazione surreale, con cabine sporche, bagni non funzionanti e cibo “razionato”. In genere, ritengo che quando si organizza un servizio di ordine pubblico, la cornice di sicurezza e la situazione logistica del personale dovrebbero essere valutata parimenti a quelle che sono le esigenze e le condizioni da adottare affinché l’evento si svolga senza criticità. Evidentemente in questo caso ciò è stato fatto.
Si parla di investimenti in sicurezza, ma in che condizioni sono costretti oggi a lavorare le forze dell’ordine nella quotidianità e nelle circostanze straordinarie?
La tutela è il giusto riconoscimento per il lavoro e l’impegno quotidiano del “popolo della sicurezza”, ma oggi quella tutela è solo nelle intenzioni e parole del Governo, che con le poche risorse stanziate per il rinnovo contrattuale ha palesemente disatteso l’impegno di dare più potere d’acquisto e dignità a questo “pezzo” di società.
Secondo lei le risorse stanziate dal Governo per il rinnovo contrattuale sono adeguate e soddisfano le vostre aspettative?
Il Governo ha l’obbligo di stanziare risorse contrattuali secondo l’indice IPCA, che tiene conto del tasso d’inflazione a livello europeo. Ora, in questo triennio l’indice IPCA è del 16% mentre le risorse destinate per l’aumento del contratto rappresentano il 5,9% delle risorse da destinare, e la decorrenza – cosa mai verificatasi in passato – sarà da gennaio 2025. Sulla base di ciò possiamo ritenerci soddisfatti? Io dico di no. Per questo abbiamo chiesto un incontro con il presidente Meloni, al fine di capire se per lei la sicurezza è un optional oppure una risorsa su cui investire.
Quali sono le vostre proposte e priorità?
Le nostre proposte sono la contrattualizzazione dello straordinario, che serve a garantire più equità nella sua distribuzione; una rivisitazione delle risorse sempre dello straordinario al fine di raddoppiare la somma riducendo il numero delle ore. Poi altro ancora che riguarda aspetti tecnici sulla norma sindacale militare.
(Max Ferrario)
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