“Putin non poteva accettare uno smacco come quello subito da Prigozhin”. Ora il capo del Cremlino probabilmente negherà di essere responsabile della morte dell’ormai ex leader della compagnia militare privata Wagner, ma secondo Vincenzo Giallongo, colonnello dei Carabinieri in congedo che ha partecipato a numerose missioni estere in Albania, Iraq, Kuwait e Kosovo, ci sarebbe lui dietro la fine di Evgenij Prigozhin, messo a tacere perché un affronto come quello della marcia su Mosca non poteva passare nel dimenticatoio. Ma anche perché lo stesso Putin vuole controllare la Wagner, che organizzerà in modo da farla dipendere direttamente dal suo potere, finendo per inglobarla nell’esercito russo o al massimo facendola diventare un’altra compagnia. Sempre, naturalmente, alle sue dipendenze.



Perché Putin avrebbe fatto uccidere Prigozhin?

È stato un segnale per i suoi avversari. Il messaggio è: “Guardate che io non ci penso due volte”. Ha deciso di farlo in modo eclatante. E cosa c’è di meglio che l’attentato a un aereo in cui Prigozhin e l’uomo che poteva prenderne il posto vengono eliminati? Poi negherà tutto, sapendo di mentire e sapendo che gli altri sanno che sta mentendo.



Insieme a Prigozhin è morto anche il numero due della compagnia Dmitrij Utkin. Chi era?

Utkin era peggio di Prigozhin. Mentre Prigozhin si è inventato generale e condottiero in tarda età, il suo vice veniva dalle forze speciali. Putin non poteva contare neanche su di lui: sarebbe stato come passare dalla padella alla brace.

Allora perché Putin lo avrebbe fatto?

Intanto ha già russizzato il 50 per cento della Wagner, inglobando metà dei suoi soldati nell’esercito. L’altra metà, che ha continuato a seguire Prigozhin, adesso che si trova in questo vuoto di potere, essendo fatta comunque di militari, continuerà a fare quello che ha fatto finora, accettando quello che dirà Putin. Chi combatte per 20 o 30 anni non è che all’improvviso si può reinventare un altro lavoro.



Quegli uomini servono ancora al Cremlino?

Servono per controllare non tanto l’Ucraina, ma tutto il resto del mondo dove i russi hanno interessi.

Putin come controllerà la Wagner?

Metterà un capo-fantoccio, che risponderà a lui. Poi non è detto che li tenga uniti per forza. Là dove sono impegnati in singoli Paesi metterà un capo specifico. Chi sta in Africa avrà un comandante, chi opera in Sudamerica ne avrà un altro. La Wagner è destinata a morire negli anni, anche per non dare l’impressione ai soldati che sia eliminata d’emblée. Ci sarà un lento scomparire.

Farà tutto l’esercito?

Per Putin è molto più pericoloso avere una compagnia privata molto forte, vuol dire che è forte anche chi la controlla, che potrebbe mettersi in antitesi con lui. Nel caso dell’inserimento di questi militari in un esercito, nel momento in cui hai qualche dubbio sul comandante delle forze armate, anche se poi non si rivela vero, lo elimini, lo sostituisci. Come ha insegnato Stalin. Dal punto di vista del dittatore è molto meglio non avere privati che gestiscano il potere.

Diverse migliaia di soldati della Wagner avevano seguito Prigozhin nella marcia su Mosca, ora reagiranno alla morte del loro capo? Potrebbero ribellarsi?

Non si ribelleranno assolutamente. Lo stesso capo della Wagner era allineato su posizioni putiniane, ma Putin non poteva accettare uno smacco. Prigozhin non sarebbe stato più pericoloso: aveva capito che aveva perso e quindi era pronto a rientrare all’ovile, si muoveva per gestire la Wagner sotto il controllo dei vertici russi.  Putin che non gliel’ha perdonata.

Ora la Wagner, quindi, sarà una finta compagnia privata?

Già lo è diventata. Contava 50-55mila uomini, 25mila dei quali sono già diventati effettivi dell’esercito russo. Mi gioco la camicia che fra tre anni non si sentirà più parlare di Wagner. I soldati rimarranno dove sono nel mondo, magari potrebbero anche cambiare nome.

A livello interno non vede nessuna crepa nel potere russo?

Putin è più debole di qualche anno fa, il problema è che non c’è un sostituto valido. Il grande potere economico russo, gli oligarchi… non trova nessuno cui affidare il potere in alternativa. L’unica cosa che potrebbe far cambiare le carte in tavola sarebbe un notevole successo degli ucraini. Con i nuovi mezzi, aerei e armi di lunga gittata, migliorerà la resa in battaglia delle forze di Kiev, anche se da qui a dire che batteranno la Russia ce ne passa. Un miglioramento netto delle posizioni ucraine, però, potrebbe portare Putin a un tavolo di trattativa, per paura di vedere messo in discussione il suo ruolo.

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