Dora Fabbo è stata la madre di Rita Dalla Chiesa, la conduttrice ospite della nuova puntata di “Non disturbare”, il programma di interviste condotto da Paola Perego su Canale 5. La donna, prima moglie del generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, è morta a soli 52 anni a causa di un infarto. A ricordarla più volte è stata proprio la figlia Rita, che durante una della tante interviste ha detto: “Il senso dello Stato che papà si portava dentro è costato tanto alla nostra famiglia: è costato al cuore di mia mamma, che a 52 anni se n’è andata, per la paura. Stava davanti alla tv tutte le sere per sentire le notizie su papà. Per me è stato uno shock vero. Quello che è successo a papà, te lo potevi aspettare. Ma per mia mamma…”.
Dora Fabbo, il ricordo di Rita dalla Chiesa
Un’assenza improvvisa e dolorosa quella di Dora Fabbo con cui la figlia Rita Dalla Chiesa ha dovuto fare i conti. Un ricordo però che è ancora vivissimo nella mente della conduttrice che ha ricordato: “L’ho sentita alle 2, stava bene, e poi non l’ho più sentita”. La Dalla Chiesa ha poi raccontato cosa è successo quel terribile 19 febbraio del 1978: “sono partita di corsa per Torino, a ogni autogrill mi fermavo per chiamare a casa ma mi rispondeva sempre un ufficiale dei Carabinieri, che mi diceva che il medico la stava visitando. Pensavo che l’avrei trovata ancora viva, non vuoi mai accettare le cose che possono accadere. Quando sono arrivata, ho scoperto che era morta”. La conduttrice, che quest’anno ha scritto anche la sua prima autobiografia dal titolo “Mi salvo da sola” ha ricordato anche le parole del padre Carlo Alberto Dalla Chiesa: “mio papà le diceva: ‘Doretta, è la prima volta che ti chiamo e non mi rispondi’. Dopo che lei se n’era andata, lui le scriveva un diario tutte le sere”.
Dora Fabbo, il ricordo del generale Dalla Chiesa
La morte improvvisa di Dora Fabbo, a causa di un infarto, sconvolge la vita della piccola Rita Dalla Chiesa, ma anche del padre Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il generale dopo la sua morte comincia a scrivere un diario privato in cui parla più volte dell’amata moglie. Ecco alcuni ricordi estrapolati dai suoi scritti privati: “sono oltre quaranta giorni che vivo senza quella creatura. Senza un segno da colei alla quale avevo donato, dall’età di 19-20 anni, la mia stessa esistenza”. E ancora si legge: “la mia Doretta a me ha dato tutto, nel senso più pieno, più bello, più sano, ha dato i suoi misteri stupendi di donna, di madre, di amica nobile e coraggiosa. Chi avrebbe detto, Doretta mia, che proprio quel cuoricino così innamorato del suo sposo, del suo uomo, del suo Carlo, così vivo e capace di darmi tanta felicità, avrebbe ad un tratto ceduto al tormento di una vita condotta tra tanti sacrifici. E per colpa mia. Tu non dicevi nulla, tu ti maceravi dentro e soffrivi senza una parola perché il tuo Carlo non avesse sosta, non avesse inciampi, non avesse remore. Quanto mi tormentano, Dora mia, questi scrupoli”.