Dori Ghezzi, moglie del compianto Fabrizio De André, si è raccontata sull’edizione de “Il Corriere della Sera” di ieri, sabato 27 febbraio 2021, ai microfoni dell’esperto musicale Mario Luzzatto Fegiz, partendo dai suoi esordi musicali: “A 18 anni mi trovo a lavorare per una piccola etichetta discografica – esordisce l’artista –. Mio zio Piero, fratello di mia madre, amava suonare la chitarra e nel 1966 mi iscrive a mia insaputa a un concorso per giovani artisti. Io partecipo solo per non deluderlo e lo vinco. Padrino della serata era Johnny Dorelli, artista e persona davvero speciale. Zio Piero aveva deciso per me e stava cambiando il corso della mia vita”.
Di lì a poco, si spalancarono per lei le porte del successo, con il brano d’esordio “Pagina uno”, seguito da “Casatschok”, scritto dal giornalista Danilo Ciotti e dal disc jockey Manlio Guardabassi, su musica di Boris Rubashkin. “Poi, grazie all’editrice Christine Leroux, faccio amicizia con un giovanissimo ed enigmatico Lucio Battisti, che ancora non cantava, limitandosi a regalare perle ad altri artisti. Successivamente, Alberto Testa mi presenta una spericolata teenager, alta un metro e ottanta, Fiorella Mannoia, che faceva la cascatrice controfigura nelle scene pericolose. Era una stuntwoman. Ricordo poi una ragazza tutta sola seduta al pianoforte a cantare. Si presentò come Mimì Berté. L’abbiamo poi tutti amata come Mia Martini. Così è stato per Loredana e Renato Zero”.
DORI GHEZZI: “QUEL NO A BOB DYLAN…”
Dori Ghezzi, sulle colonne de “Il Corriere della Sera”, ha poi rammentato come Bob Dylan nel tour italiano con Santana avesse chiesto al manager David Zard che Fabrizio De André suonasse con lui, ma il desiderio non si realizzò mai: “Fabrizio rifiutò perché non si sentiva pronto. La nostra adorata amica Fernanda Pivano, conoscendo entrambi i soggetti, una sera, sorniona, gli disse: ‘Dimmi la verità Fabrizio, non volevi che Dori incontrasse Dylan?'”. Indimenticabile, poi, l’incontro tra Dori e Wess: “Ci definivano la coppia “caffelatte”. Il mio ruolo sembrava facile, in realtà non lo era. Si cantava prevalentemente in tonalità maschile e mi dovevo arrampicare sugli specchi”. Per quanto concerne la musica di oggi, Dori Ghezzi sorprende tutti: “Mi colpisce la dilagante misoginia che trasuda dai testi. Escludendo questa mia riflessione, mi piace Salmo, senza riserve. E il messaggio che manda Ghali. Trovo molto interessante anche Achille Lauro. Tra le donne, invece, Madame ha le carte in regola per conquistarci”.