Quello tra Dori Ghezzi e Fabrizio De André è stato un amore particolare ma ricco di poesia. Quella stessa poesia che la Ghezzi sottolinea ogni qual volta si ricorda la musica e il successo di suo marito. E nonostante la musica di Faber la accompagni giorno dopo giorno, Dori Ghezzi non disdegna le nuove mode. “Ascolto di tutto, anche la trap. – ha ammesso in una recente intervista a Vanity Fair, per poi aggiungere – Sono attenta a quello che fanno i rapper di oggi, trovo interessante il loro linguaggio, anche quando si esprimono in modo estremo. Di attaccare le nuove generazioni non ho nessuna voglia, noi siamo stati fortunati: abbiamo vissuto il periodo storico più facile”. Tuttavia, unh appunto la Ghezzi lo fa: “Per Fabrizio la donna era l’emblema del sacrificio, mi chiedo cosa sia cambiato”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Dori Ghezzi: “Fabrizio ha raccontato se stesso senza filtri”
A vent’anni dallo scomparsa del marito Fabrizio De André, Dori Ghezzi continua a ricordare suo marito e soprattutto il grande artista che è stato ed è ancora nella mente e nei cuori di tanti. Mentre su Rai1 si svolge una serata a lui dedicata – Una storia da cantare – ricordiamo quelle che sono state le parole della Ghezzi in una recente intervista a Vanity Fair. La donna ha detto la sua sul perché del ricordo sempre vivido e forte della musica di De Andrè: “Probabilmente viene percepito come autentico. Ha raccontato se stesso e quello che ha vissuto senza filtri. Se diventasse anacronistico, vorrebbe dire che ce la passiamo meglio. Le contaminazioni sono inevitabili. Per chi viene dopo non è mai facile proporsi in modo personale”. E ha poi aggiunto “I giovani? Non è mai incompatibile. Chi lo conosce per sentito dire, chi grazie ai genitori, chi l’ha scoperto per caso: ognuno ha la sua storia”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Dori Ghezzi moglie Fabrizio De Andrè: un legame sempre presente
L’amore di Dori Ghezzi per Fabrizio De Andrè ha superato anche i confini della vita e della morte: ancora oggi è quel sentimento che spinge la nota compagna di vita a parlarne con estremo affetto. “Per me quella con Fabrizio è una convivenza ancora quotidiana e mi rincuora molto, mi aiuta molto”, dice all’Agi. Un legame sempre presente, mai svanito e ricco: “È sempre molto bello e piacevole occuparsi di lui e continuare questa storia e non vederla come nostalgica e passata. Anzi, guardando un po’ avanti”. Dori però non ritiene di essere la sola ad avere Faber nel cuore, ad aver vissuto al suo fianco, anche se in modi diversi: “Appartiene a tutti: ognuno ha il suo Fabrizio”, dichiara infatti a Repubblica. I due hanno vissuto insieme anche quel tragico rapimento avvenuto a fine anni Settanta, un incubo che si è risolto per fortuna nel migliore dei modi. “La notte peggiore fu quella in cui liberarono me.” – racconta la Ghezzi a Il Fatto Quotidiano – “Ci separavano, ma nè io nè Fabrizio avevamo la certezza che gli accordi fossero andati a buon fine”. In quei momenti così concitati, Dori e Faber non riuscivano a capire se sarebbero sopravvissuti a quei quattro mesi di prigionia. “Le informazioni che ci davano erano che il padre di Fabrizio non volesse pagare il riscatto”, ha raccontato all’epoca dei fatti, in seguito al rilascio, “Ci proponevano di liberare Fabrizio per pagare il mio riscatto o, viceversa, di liberare me affinché Fabrizio convincesse il padre a pagare la mia liberazione. Alla supplica di Fabrizio di alleviarci dalla torture delle bende i banditi acconsentirono, legandoci però con delle catene perché non scappassimo”.
Dori Ghezzi moglie Fabrizio De Andrè: un successo che ha precorso i tempi
A vent’anni dalla morte dell’amore della sua vita, Dori Ghezzi è sicura che Fabrizio De Andrè abbia in qualche modo precorso i tempi, previsto quello che sarebbe successo. Per questo invita chiunque ad ascoltare con attenzione le sue canzoni, a carpire quella verità rimasta a lungo nascosta. “Sono convinta che il suo linguaggio sia universale, che travalichi il tempo affrontando tematiche sempre molto attuali”, sottolinea all’Agi. La Ghezzi è felice di vedere che, in particolare, le scuole diano grande attenzione a Faber. Non solo sui suoi testi e sulle tematiche affrontate nei brani, ma anche i suoi studi, “gli spunti su cui ha lavorato e la sua cultura, che nasce dal fatto di non aver mai sottovalutato la cultura che l’ha preceduto”. Oggi, sabato 16 novembre 2019, Rai 1 renderà omaggio a Fabrizio De Andrè grazie alla prima puntata di Una storia da cantare, in onda in prima serata. Un modo per raccontarlo e ricordarlo, fra passato e presente. Fra le nuove leve, i giovanissimi che si sono ispirati a De Andrè, Dori ricorda con piacere The Andrè, “usa la sua voce che è simile a quella di Fabrizio, che forse ha studiato per cantare dei testi della musica rap. Il che lascia lì per lì spiazzati, ma poi capisci che è fatto con intenzione rispettosa e intelligente e riesci a capire meglio le problematiche di questi ragazzi. E ti poni delle domande”, aggiunge. Prende le distanze invece dalle polemiche che hanno colpito Il principe libero, la fiction realizzata dalla Rai in cui il ruolo del cantautore è stato affidato a Luca Marinelli. Un attore con uno spiccato accento romano, fin troppo per tutti i fan che si sono lanciati in battute ironiche sui social. “Una grossa sciocchezza”, ribatte invece Dori, “nessun altro avrebbe potuto farlo così bene. Lui era così naturale, non aveva bisogno di imitare Fabrizio”. Senza dimenticare che il vero Faber non aveva quell’accento ligure così evidente, come si potrebbe pensare in base ad alcune delle sue canzoni più celebri, come Creuza de ma o ‘A pittima.