Dorina Dato, chi è la moglie del cantante Drupi

Dorina Dato è la moglie di Giampiero Anelli, meglio conosciuto con il nome d’arte di Drupi. Soprattutto tra gli anni Settanta ed Ottanta, Drupi ha riscosso un grande successo grazie alle sue canzoni diventate delle vere e proprie hit. La storia d’amore tra Dorina e Drupi è iniziata proprio sul palcoscenico, dove i due si sono conosciuti. La donna infatti era una delle coriste che accompagnò il popolare artista nel corso delle sue tournée. I due stanno insieme sin dagli Anni Settanta. In una ospitata alla trasmissione Oggi è un altro giorno, proprio la moglie del cantante aveva spiegato cosa li aveva fatti innamorare: “Siamo sposati dal 1992 ci conosciamo da di più, dal 1973, una vita assieme”, aveva detto.



A farli innamorare però, una infinità di cose in comune, tanto che Dorina Dato aveva trovato difficile in poco tempo parlarne: “Cosa mi ha fatto innamorare di Drupi? Un insieme di cose, la sensibilità, questa forza unita alla dolcezza che in un uomo non è così facile. Non sono una gran chiacchierona, ne basta una in famiglia”, aveva aggiunto la donna.



Drupi, cosa significa il suo nome d’arte?

La musica ha unito sin da subito Dorina Dato a Drupi. Se quest’ultimo ha ottenuto un grande successo in Italia ma anche nell’Europa dell’Est, anche la donna ha avuto delle esperienze come solista incidendo un 45 giri nel 1979 ed un altro successivo singolo. Così come il cantante, Dorina non ama parlare molto di sé e della loro vita privata. Della coppia però una cosa è certa: il grande romanticismo. Basti pensare che il cantante ha dedicato proprio alla moglie il celebre brano “Piccola e fragile”.

A proposito di romanticismo, anche il significato del nome d’arte di Giampiero Anelli è in qualche modo legato ad un fatto romantico relativo al passato ed all’infanzia dell’artista. “È un nomignolo che mi è rimasto appiccicato da quando ero bambino”, aveva raccontato a La provincia Pavese. “In una recita per il teatrino dell’oratorio avevo impersonato un folletto del bosco che si chiamava Drupi”, aveva proseguito. Una interpretazione che a quanto pare piacque così tanto al punto che quando a Pavia lo vedevano in giro lo identificavano chiamandolo appunto come Drupi e non con il suo vero nome.