Dorothea Wierer ha vinto per il secondo anno consecutivo la Coppa del Mondo di biathlon. La campionessa altoatesina classe 1990 è sempre più la dominatrice di questo sport, se si considera che ai Mondiali di Anterselva, disputati il mese scorso proprio a casa sua, ha vinto due ori (inseguimento e individuale) e altrettanti argenti (mass start e staffetta mista). L’ultima perla sabato scorso, quando Wierer ha conquistato la Coppa del Mondo generale all’ultima gara della stagione, al termine di un testa a testa appassionante con la norvegese Tiril Eckhoff. Una stagione dunque bellissima per Dorothea Wierer, vincitrice anche della Coppa di specialità nella mass start dopo che nel 2019 aveva vinto per la prima volta la Coppa del Mondo assoluta più quella di specialità nell’inseguimento e l’oro iridato nella mass start. Possiamo dunque parlare di Dorothea Wierer come della regina del biathlon, in una stagione in cui tutto lo sport invernale ci ha dato tante soddisfazioni, regalandoci anche un sorriso nella battaglia con il Coronavirus che ha condizionato anche il suo finale di stagione. C’è davvero dunque tanto da raccontare: Dorothea Wierer lo ha fatto in questa intervista concessa in esclusiva per IlSussidiario.net.



Cosa significa avere vinto la seconda Coppa del Mondo consecutiva? È un grandissimo obiettivo centrato. Vuol dire due anni di rendimento costante ad alti livelli. Ripetersi non è mai scontato, ce l’ho messa davvero tutta e ora sono felice. Sono contenta soprattutto per l’Italia che ora è in totale emergenza.

Quali le similitudini e cosa invece è cambiato dall’anno scorso? Quest’anno avevo grande sicurezza. Sono state poche le gare in cui sono andata male. Bene sugli sci, buone percentuali al tiro, ottima condizione fisica.



Raccontaci l’ultima gara e l’incredibile duello con Tiril Eckhoff… Non ho fatto calcoli, ero delusa dal risultato della Sprint, mi sono detta che dovevo dare tutto senza pensare a Tiril. Così è stato, mi sono resa conto di aver vinto solo dopo che avevo tagliato il traguardo.

Dopo i successi del Mondiale di Anterselva e in una situazione così difficile, come hai vissuto il finale di stagione? Sono rimasta concentrata, mi sono allenata e ho pensato alle ultime tre tappe, che poi sono diventate due per l’annullamento di Oslo. A Kontiolathi non è stato facile anche perché ero preoccupata per quanto stava accadendo in Italia e quindi non era facile concentrarsi.



Tu ti sei esposta prendendo posizione “contro” l’IBU, perché? Ho solo espresso il mio pensiero. Tutto lo sport si era fermato, noi continuavamo a gareggiare. Passavamo tutto il giorno a seguire le notizie che arrivavano dall’Italia.

Tornando invece ai Mondiali di Anterselva, cosa ti resta di quei giorni magnifici a casa tua? Emozione allo stato puro. Vincere quattro medaglie a pochi chilometri da casa mia è stato unico. Tagliare il traguardo davanti ai miei genitori, alla mia famiglia, a mio marito, ai miei amici e ai colleghi delle Fiamme Gialle è stato fantastico.

Quale è stata la gara più bella dei tuoi Mondiali dal punto di vista tecnico? Tutte le medaglie sono state bellissime, ma forse la prima medaglia d’oro è stata molto bella perché mi ha dato la tranquillità di gestire le gare successive senza eccessiva pressione.

La staffetta mista è ormai una certezza: ci descrivi i tuoi compagni di avventura? Siamo una piccola squadra ma siamo molto uniti. Siamo sempre assieme, quasi tutto l’anno. È come essere una famiglia. L’argento della staffetta è stato un giusto tributo al grande lavoro di atleti e tecnici.

Quali obiettivi ancora ti restano e quanto pensi di andare avanti ancora nella tua carriera? Mi stanno tutti dicendo che mancherebbe solo l’oro alle Olimpiadi per coronare una carriera molto ricca di gratificazioni. Non ci penso, sono sempre stata abituata a ragionare a step, ogni anno finisco la stagione e poi rifletto sul futuro.

Il sogno olimpico di avere i Giochi ad Anterselva nel 2026 ti stuzzica o è davvero troppo lontano? Sicuramente non sarò più in gara, ma sarà molto emozionante vivere i Giochi a casa mia.

Cosa si dovrebbe fare secondo te per sfruttare questa nuova popolarità del biathlon in Italia? Mi auguro che la crescita degli ascolti televisivi continui e che la crescente popolarità possa avvicinare tanti giovani a questo bellissimo sport.

Anterselva è un modello che si potrebbe replicare altrove? Lo spero. Abbiamo bisogno di nuovi poligoni per aumentare i praticanti. A Livigno due anni fa è stata aperta una nuova Arena, speriamo che altre località seguano l’esempio.

Per gli sport invernali italiani è stato un anno trionfale, hai un messaggio per chi come te ha vinto Coppe del Mondo? Abbiamo dimostrato di essere una nazione al top degli sport invernali. Ormai sono anni che centriamo grandi successi. L’impresa di Federica, Michela, Roland, Simone (Brignone, Moioli, Fischnaller e Origone, ndR) e tutti gli altri sono incredibili.

Quali sono infine i sogni di Dorothea Wierer fuori dallo sport? Avere una famiglia numerosa come la mia di provenienza. Sogno una vita tranquilla e serena. (Mauro Mantegazza con Franco Vittadini)