Chi sono Dorothy Pennington, Thea Prandi e Isabella Quarantotti le tre mogli di Eduardo De Filippo

Oggi, giovedì 30 dicembre, in prima visione su Rai1, va in scena “I fratelli De Filippo“. Un cognome che non può non far pensare ad Eduardo. In questo articolo vogliamo conoscere meglio la sua sfera privata ripercorrendo la sua storia familiare: quali furono mogli e figli del grande attore teatrale? Le donne amate dal drammaturgo napoletano al punto da diventare sue consorti sono state tre: la prima fu Dorothy Pennington, giovane e colta americana che che Eduardo sposò nel 1928. Le cose non dovettero andare per il verso giusto se è vero che il matrimonio fu annullato nel 1952 con una sentenza del tribunale della Repubblica di San Marino, successivamente convalidata da quello di Napoli nel 1955. Un pronunciamento che consentì ad Eduardo, il 2 gennaio 1956, di convolare a giuste nozze con Thea Prandi, colei che sarebbe poi diventata la madre dei suoi figli, Luisella e Luca. Infine, terza e ultima moglie, Isabella Quarantotti, sposata il 4 febbraio 1977, compagna della maturità di Eudardo, collaboratrice di molti progetti e di diverse scritture. Di lui disse: “Ho vissuto circondata da una grande vita. Ma non ho mai avuto l’impressione di vivere nella sua ombra. Amavo Eduardo De Filippo, non Luca Cupiello“.



Luisella e Luca De Filippo, figli di Eduardo: “La morte di mio padre?È come se una parte di lui fosse rimasta in me”

Eduardo De Filippo ha avuto dunque due figli: Luisella e Luca. La prima è morta purtroppo giovanissima, a soli 10 anni d’età: il tragico evento si consumò il 5 gennaio 1960, quando la bambina si trovava in vacanza al Terminillo insieme al fratello Luca e ad alcuni amici di famiglia. Le cause della sua morte non sono mai state chiarite, ma le ipotesi che avanno per la maggiore sono quelle per cui la piccola sarebbe morta per una disfunzione alla ghiandola del timo o in seguito ad emorragia cerebrale. Ebbe invece maggior fortuna Luca De Filippo. Egli fu il grande continuatore della tradizione familiare a teatro. Certo si può dire che rispetto ad altri aspiranti attore Luca poté godere di un maestro inimatibile: papà Eduardo.



Niente meglio di un’intervista concessa a “Repubblica” dallo stesso Luca, nel 2014, un anno prima di morire, può forse descrivere il rapporto tra padre e figlio: “La morte di Eduardo è stata la morte di un padre. Un dolore. Ma non c’è mai stato un distacco totale. È come se una parte di lui fosse rimasta in me: gli anni di insegnamenti, di convivenza noi due soli, dopo che mia madre, Thea Prandi, e mia sorella Luisella morirono a distanza di poco tempo l’una dall’altra. Nel ’60 e ’61. Io avevo dodici anni, Eduardo era già un uomo anziano. La nostra fu anche una convivenza gradevole. Lui era un grande umorista, quando voleva. Certo, c’erano anche lunghi silenzi tra noi. E poi c’era il teatro. Finito il liceo, mi aveva detto “prova un anno”. Ho finito per lavorare con lui dal ’69 all’80, e dopo per altri due, tre anni, lui fece le regie dei miei spettacoli. Ma già a sette anni avevo recitato Peppiniello in Miseria e nobiltà di mio nonno Eduardo Scarpetta. Quando restammo soli mi portava alle pomeridiane e mi scriveva delle particine per tenermi con sé in scena. Ricordo per esempio un Sabato domenica e lunedì . Nel primo atto portavo la spesa a Donna Rosa che preparava il ragù. Lei mi domandava come distinguevo le diverse liste di cibo sul foglio se non sapevo leggere. La mia battuta era: “Faccio i disegni: Donna Rosa un fiore, il signore accanto le corna perché sua moglie lo tradisce… “. Cose così, di cui non è rimasta traccia nei testi ufficiali“.

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