In silenzio con la procura di Perugia che lo ha messo sotto inchiesta e lo aspetta ancora per interrogarlo, Pasquale Striano preferisce parlare con la stampa del caso dossier. Il luogotenente della Guardia di Finanza, accusato di migliaia di accessi abusivi alle banche dati giudiziarie e finanziarie in uso alla Direzione nazionale antimafia, dove è stato in servizio fino al novembre 2022, non fornisce alcuna risposta ai pm in attesa della chiusura delle indagini, ma si lascia andare a sfoghi a mezzo stampa, come quelli raccolti dalla Verità. Per Repubblica il finanziere si «sta costruendo la sua verità mediatica» sui presunti dossieraggi.



Ma ovviamente Striano – accusato di accesso abusivo al sistema informativo e rivelazione di segreto – intende difendersi, e per farlo sta puntando su tre linee. La prima è smentire che ci sia un sistema dietro di lui. L’altra è che la procura di Perugia non ha capito nulla del suo lavoro. La terza, aggiunge il quotidiano diretto da Molinari, è la più inedita: ritiene di essere vittima di qualcosa che non è legato agli accessi. Infatti,  Striano ha lasciato intendere che dietro questa vicenda ci sia il mondo delle armi.



CASO DOSSIERAGGI, LUNEDÌ INTERROGATORIO DEL PM LAUDATI

Dopo il fato acceso dalla Commissione parlamentare Antimafia, che deve calendarizzare l’audizione dell’editore del Domani Carlo De Benedetti, ci sono comunque ancora molte domande senza risposta sul caso dei presunti dossieraggi. L’altro indagato in servizio alla Dna è il sostituto procuratore Antonio Laudati, a cui vengono contestati tre dossier pre investigativi, che non riguardano politici e vip, in concorso con il finanziere. Quale coordinatore all’epoca dei fatti del gruppo Sos (segnalazione operazioni sospette), Laudati deve rispondere delle accuse di accesso abusivo a sistema informatico per accessi alle banche dati, ipotesi di falso in relazione all’origine delle richieste di apertura di dossier pre-investigativi e quella di abuso d’ufficio.



Accuse da cui Laudati vuole difendersi rispondendo alle domande dei pm. Infatti, stando a quanto riportato dal Giornale, domani il magistrato si presenterà all’interrogatorio fissato a Perugia. Laudati è convinto di potersi difendere e di poter «dimostrare in ogni sede che quelle indagini sono state regolari» e che sono state svolte solo «nell’interesse dell’ufficio». Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone nell’audizione del 7 marzo scorso in Commissione Antimafia aveva anticipato: «Laudati ha detto che intende rendere dichiarazioni e lo aspettiamo».

“ITALIA RISCHIA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER GESTIONE SOS”

Sulla gestione delle Sos interviene l’ex magistrato Luca Palamara, secondo cui serve una riflessione non solo sull’attualità della Direzione nazionale antimafia, ma anche sulle norme nazionali e sull’opportunità di rivedere le attuali architetture istituzionali in materia di antiriciclaggio. Infatti, la gestione delle Sos è disciplinata da norme di matrice sovranazionale. «Le leggi italiane devono recepire le direttive dell’Unione Europa in tema di antiriciclaggio», ricorda Palamara sulle colonne del Giornale.

L’intera vicenda Striano rischia ora di finire sotto la lente dell’Ue, che potrebbe inoltrare al governo, peraltro parte lesa dai reati commessi, «una lettera di messa in mora per richiedere formalmente una dettagliata relazione sul caso e sugli accorgimenti che sono stati presi per porre fine agli illeciti commessi». Per l’ex pm la partita in atto «non può essere solo giudiziaria e deve essere affrontata anche per evitare che specie alla luce di quanto affermato dal Procuratore Nazionale Antimafia venga aperta una procedura di infrazione per le modalità di gestione delle segnalazioni di operazioni sospette».