IL “CASO BECCIU” SI ALLARGA? SPUNTANO I NOMI NEI FILE DI STRIANO
Due casi così diversi in origine ma che entrano ora in rotta di collisione dopo l’emersione di alcuni file dalla immensa mole di documenti scaricati dal luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, reperiti dalla Procura di Perugia: e così il presunto scandalo “dossieraggi” finisce quasi per allargare il già giudicato “caso Becciu” sulla compravendita del Palazzo di Londra con le finanze del Vaticano. In merito all’inchiesta dei promotori della Santa Sede sull’ex membro della Segreteria di Stato sarebbe emerso di presunti contatti con l’indagato sullo scandalo dossieraggi: questo quanto svelato da “Il Giornale” negli ultimi scoop di Luca Fazzo dove vengono elencati tutti i nomi usciti nell’inchiesta Becciu nei lunghi anni del processo in Vaticano.
Secondo l’ultimo articolo pubblicato sempre sul “Giornale” vi sarebbero addirittura tre lettere firmate da Papa Francesco nelle date del 2-5 luglio 2019 e del 2 febbraio 2020: si tratta di lettere con cui il Santo Padre dà pieni poteri ai promotori di giustizia vaticani affinché cerchino informazioni e materiali sui presunti affari del cardinale Becciu. Tale incarico autorizzava i pm della Santa Sede per usare «fonti, consulenti, banche dati in modo praticamente illimitato». Ma il legame con Striano viene spiegato con quanto avvenuto nei giorni dopo quelle lettere siglate dal Papa: in pratica nel luglio 2019 sul tavolo del luogotenente in servizio presso la Procura Nazionale Antimafia arriva la richiesta di scavare a fondo sul cardinale, condannato poi nel dicembre 2023 a 5 anni e 6 mesi per peculato, abuso d’ufficio e subornazione di testimone. Dall’iniziale finanziamento chiesto allo Ior, per coprire una speculazione edilizia a Londra, scattano i campanelli d’allarme in Vaticano sulla vicenda Becciu: e lì – la tesi dell’accusa – sarebbe stato deciso di consultare Striano per avere poi a disposizione i materiali dalle banche dati della DNA.
CASO DOSSIER, “ILGIORNALE”: “VATICANO CHIAMÒ STRIANO PER SPIARE GLI AFFARI DEL CARD. BECCIU”
Nella lettera del 5 luglio, scrive “Il Giornale”, viene dato dal Vaticano al Promotore di Giustizia Alessandro Diddi l’incarico di «intercettare con ogni mezzo comunicazioni utenze, fisse, mobili nonchè ogni altra comunicazione», specificando però che tali poteri possono essere esercitati «nei confronti di soggetti le cui attività di comunicazione siano utili per lo svolgimento delle indagini». L’ordine di scavare su Becciu sarebbe a quel punto sarebbe potuto arrivare sul tavolo di Striano che in effetti – riportano le fonti del “Giornale” – tra il 19 luglio e il 22 luglio 2019 fa accertamenti su tre personaggi che di lì a poco sarebbero poi stati indagati e condannati con Becciu e Cecilia Marogna.
Si tratta del finanziere Raffaele Mincione, il minutante della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi e infine anche il broker Gianluigi Torzi: Striano poi farà “spiate” per ottenere materiale da dossier anche sulla stessa Cecilia Marogna e sul testimone Luciano Capaldo, sebbene le sue ricerche siano iniziate già dopo l’esplosione del “caso Palazzo di Londra”. Secondo i colleghi de “Il Giornale” la richiesta a Striano di indagare su personaggi nell’entourage di Becciu non poteva che essere arrivata direttamente dall’interno del Vaticano dove, già prima dell’estate 2019, era iniziata una sorta di accerchiamento giudiziario attorno al cardinale ex Segreteria di Stato. In questi giorni il Promotore di giustizia Alessandro Diddi ha aperto un fascicolo di indagine – per il momento senza reati o indagati – per cercare di capire meglio cosa possa essere successo nei legami con il finanziere Striano: «è un atto dovuto davanti ad un fatto che merita approfondimento», ha spiegato lo stesso Diddi al “Tempo”.