IL COPASIR ANNUNCIA LA PROSSIMA AUDIZIONE DI CROSETTO, MANTOVANO E CARAVELLI (AISE): VERSO SVOLTA SUL CASO DOSSIERAGGI?
Nell’ottica del caso Dossieraggi, nei prossimi giorni il Copasir provvederà a sentire in audizione ufficiale il Ministro della Difesa Guido Crosetto, così come il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, e anche il responsabile dell’AISE Caravelli: l’annuncio è stato fatto direttamente dal presidente della Commissione Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini.
Al di là dell’annuncio di agenda, il sentire Crosetto al Copasir potrebbe determinare quella attesa svolta sul fonte Dossieraggi, invocata dalla Procura di Perugia che indaga da mesi sulla maxi produzione di dossier frutto di accessi abusivi da parte del sottotenente Pasquale Striano, e del suo allora superiore pm Antonio Laudati, presso la Direzione Nazionale Antimafia. Un presunto scandalo rivelato per la prima volta proprio dal Ministro della Difesa in quota FdI, il quale ha denunciato l’uscita sui quotidiani di dettagli segreti sui propri redditi e situazioni familiari: è proprio l’accertamento seguito dalla denuncia di Crosetto ad aver scoperchiato una potenziale “loggia” in grado da anni di produrre dossier contro protagonisti della politica (e non solo), spesso in area Centrodestra, pronti per essere pubblicati da quotidiani come il “Domani” (con tre giornalisti per questo motivo indagati assieme a Striano e Laudati).
Negli scorsi giorni alcune ricostruzioni sui giornali avevano ipotizzato uno scontro interno al Governo, con Crosetto irato perché la sua denuncia sui Dossieraggi ancora non avrebbe avuto seguito chiaro sul tentativo di svelare l’intera “macchina” dietro gli esecutori materiale di quegli accessi abusivi della banca dati DNA: è stato lo stesso Ministro della Difesa a smentire tale retroscena, confermando però la sua piena disponibilità a riferire al Copasir di quanto emerso in questi primi mesi di indagini e carte diffuse dalla Procuratore Cantone, il quale ha definito l’enorme mole di accessi abusivi di Striano come un “verminaio” gravissimo. Secondo quanto riportato dall’ANSA, il Ministro Crosetto in un dialogo con Cantone avrebbe riportato dei rapporti non eccellenti con l’AISE, sospettato di non aver vigilato a fondo sui dossieraggi. Per questi motivi e per quanto emerso di recente dall’inchiesta – con la Lega di Salvini spiata per anni, oltre a numerosi protagonisti del Governo Meloni sotto la “lente” degli accessi in Banca Dati della Direzione Nazionale Antimafia – il Copasir compirà a breve un’altro round di audizioni sul tema.
PROCURA CERCA I MANDANTI DI STRIANO. L’INTERVENTO DI MELILLO (DNA) SUI DOSSIER CONTRO IL MINISTRO CROSETTO
Dalla audizioni al Copasir, nate dai sospetti fondati del Ministro Crosetto, si attende quella svolta sull’elemento ancora mancante dalla profonda indagine della Procura di Perugia: Cantone non lo ha nascosto, occorre capire se vi siano uno o più mandanti per il “verminaio” di accessi e dossier prodotti in questi anni. Finora non è emersa ancora una regia chiara e univoca, ma i sospetti crescono e le indagini non ancora state chiuse proprio per valutare come e in che modo Striano abbia compiuto quella mole enorme di informazioni, spesso discusse assieme ad alcuni cronisti del “Domani” (secondo la posizione dell’accusa, ndr).
Come spiega “Il Tempo” riportando alcuni dei passaggi detti dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo davanti al procuratore di Roma Lo Voi nel verbale sull’indagine “Dossieraggi”, la DNA è in piena collaborazione con Perugia per arrivare a scoprire le intere origini di tali presunti dossier (che coinvolgono anche autorità del Vaticano, anch’esso intenzionato ad indagare assieme a Cantone per ristabilire la verità dei fatti). Secondo Melillo, con Striano v’è stata una «raccolta dati inimmaginabile», frutto di una continua attività «abusiva e arbitraria». Il verbale dell’audizione, pubblicata ieri dal “Corriere della Sera”, tratta dei dossier “costruiti” sul Ministro Crosetto e spiega come non vi siano state segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (SOS) e quindi l’accesso alla Banca Dati DNA non avrebbe avuto alcun motivo sensato. Per questo motivo, chiarisce Melillo, «l’attività svolta dal tenente Striano» è stata del tutto abusiva e illecita rispetto alle regole della Procura Nazionale, resa possibile dalla «precedente organizzazione dell’ufficio».