CAOS M5S-CAFIERO DE RAHO SUL CASO DOSSIERAGGIO: TUTTE LE NOVITÀ

La lunga scia dell’inchiesta nata nell’ottobre 2022 dopo l’esposto del Ministro della Difesa Guido Crosetto rischia ora di scatenare un’autentico scandalo politico degno di incresciosi eventi del recente passato, da Tangentopoli al “sistema Csm” e quant’altro: il presunto dossieraggio illecito contro vip, politici e uomini dello Stato viene valutato a fondo dagli inquirenti della Procura di Roma e Perugia e un nome su tutti emerge ora al centro dello scontro politico. Si tratta di Federico Cafiero de Raho, attuale deputato M5s ma storico magistrato antimafia che fino al 2022 assunse il ruolo di capo della Procura Nazionale Antimafia.



Nella giornata di domani la Commissione Antimafia sentirà l’attuale procuratore Giovanni Melillo, giovedì il capo della procura di Perugia Raffaele Cantone, che indaga sul presunto dossieraggio di politici, imprenditori e vip: il punto è però lo scontro accesosi sulle audizioni delle varie commissioni, Copasir compreso, in merito alle presunte responsabilità di Cafiero de Raho. «Rifiutiamo con sdegno ogni allusione a fantasiosi conflitti di interesse di Cafiero De Raho. Parliamo di una persona apprezzata per rigore e trasparenza», sottolineano il coordinatore del Comitato legalità e Giustizia M5s, l’ex magistrato Roberto Scarpinato e le capogruppo M5s nelle commissioni Giustizia, Valentina D’Orso e Ada Lopreiato. Il ruolo dell’ex capo della Direzione Nazionale Antimafia è sotto i riflettori in quanto durante la sua reggenza venne centralizzato il sistema di informazioni sospette le quali sarebbero alla base della maxi inchiesta oggi al centro del dibattito parlamentare.



Il motivo è semplice in quanto il predecessore di Melillo, per l’appunto Federico Cafiero de Raho, pretese alla Dna il monopolio delle segnalazioni di Bankitalia: come osservano da diverse voci del Centrodestra – entrato nel mirino più di altre parti politiche dei presunti dossieraggi – senza il gruppo “Sos” (segnalazioni di operazione sospetta) voluto da Cafiero de Raho le fughe di notizie non avrebbero avuto «le dimensioni torrenziali che si stanno scoprendo». Secondo il vicepresidente dell’Antimafia Mauro D’Attis (Forza Italia), si ritiene opportuno che «il vicepresidente Cafiero de Raho si astenga dal partecipare alle sedute che riguardano l’inchiesta perché all’epoca dei fatti era il Procuratore nazionale antimafia».



SI ALLUNGA LA LISTA DI POLITICI E VIP SOTTO PRESUNTO DOSSIERAGGIO ILLECITO

Ricordiamo che l’intera indagine sul dossieraggio illecito presunto nasce appunto dall’esposto di Crosetto ormai un anno e mezzo fa e vede al centro dell’inchiesta gli accessi abusivi alle banche dati per profilare oltre 20 tra politici, vip e imprenditori. Gli indagati più importanti al momento sono due, il procuratore alla Dna Antonio Laudati e il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano: «se c’era veramente un comitato di spioni che poi vendeva queste informazioni per danneggiare la Lega e il centrodestra penso che 60 milioni di italiani abbiano il diritto di saperlo», denuncia il leader della Lega Matteo Salvini. Secondo le ipotesi delle procure al lavoro, vi è anche l’ipotesi di un “mandante” che possa aver fatto scattare tutti quei controlli e sottratto materiale sensibile privato con oltre 800 accessi abusivi alle banche dati riservate.

Nell’attesa di capire cosa sia realmente successo (e se vi sia effettivo dossieraggio) e perché vi fosse una attività del genere in capo a parti della magistratura antimafia, la lista di politici e vip coinvolti nel presunto dossieraggio si allunga: dai big FdI Crosetto, Lollobrigida, Urso ai colleghi della Lega Valditara, Freni, Durigon, Garavaglia, Borghi e Centemero, per giungere ai forzasti Pichetto Fratin, Alberti Casellati e Fascina. Nel mirino e spiati anche al centro i vari Toti, Brugnaro, Renzi, Carrai e Cesa: in area centrosinistra diversi nomi ma ritenuti “minori” rispetto ai colleghi del Centrodestra per importanza e ruoli, mentre nutrita è la schiera di nomi presenti con controlli e presunti dossier tra spettacolo ed imprenditoria. Si parla ad esempio di Lucio Presta, del presidente di Confindustria Bonomi all’editore Caltagirone, fino al mondo del calcio (Cristiano Ronaldo e Allegri) o della musica (Fedez) per concludere con medici, dirigenti statali, imprenditori e personaggi legati al Vaticano.

Secondo l’accusa della maxi inchiesta sul dossieraggio, Striano e Laudati avrebbero sfruttato per mesi le banche dati della Direzione Nazionale Antimafia per ottenere notizie riservate e svariate informazioni su diverse personalità: negli ultimi giorni è emerso anche il presunto coinvolgimento di tre giornalisti del quotidiano “Domani” che avrebbero ricevuto da Striano le informazioni per presunto dossieraggio. Striano e Laudati ad oggi sono accusati di falso, accesso abusivo a sistema informatico e abuso d’ufficio, ma non si parla di corruzione per il momento (non vi sarebbero infatti motivi di soldi dietro l’accesso e la distribuzione dei materiali privati della lista di “vip” scoperta): hanno avuto accesso sia alle banche dati delle Sos ma anche in svariate altre come Agenzia delle Entrate (con Serpico, che serve a controllare i redditi), SIVA (Sistema Informativo Valutario) e banca dati Sidda/Sidna, utilizzata dalla Dna per controllare le indagini preliminari e i procedimenti in corso delle procure.