Sta arrivando il primo ciclone del nuovo anno. Secondo i previsori, basati sui modelli matematici europei, da oggi si prevedono maltempo, abbassamento delle temperature, dopo i record segnati nelle scorse settimane, e parecchia neve praticamente su tutto l’arco alpino. Per sciatori e operatori della montagna è un’ottima notizia, che s’aggiunge alla già privilegiata situazione delle Alpi italiane rispetto al resto del continente.
“Effettivamente le Alpi italiane – ci dice Valeria Ghezzi, Presidente Anef, l’associazione nazionale degli esercenti funiviari, aderente a Confindustria, e presidente di Fianet, Fédération internationale des associations nationales d’exploitants de téléphériques, ovvero l’unione delle associazioni europee di categoria di Francia, Germania, Finlandia, Andorra, Italia, Spagna, Norvegia, Polonia, Austria, Svezia, Svizzera e Slovenia – sono una vera e propria isola felice. A parte la situazione Appennino, desolatamente a secco di precipitazioni nevose, Austria, Svizzera, Francia, Germania e Slovenia sono con più o meno il 50% di impianti aperti e con zero neve naturale. A livello europeo la situazione al contrario è ottima solo in Scandinavia. Ma ovunque si registra un’ottima affluenza di clientela e tanta voglia di montagna. Confidiamo ovviamente nel meteo: la sfida, oggi, qui sulle nostre Alpi del sud, è mantenere quello che abbiamo”.
Ed ecco allora quello che abbiamo (dati NeveItalia).
In Italia l’emergenza della non-neve è confinata praticamente solo sugli Appennini, dove gli impianti per lo più sono chiusi, le imprese in ginocchio e i lavoratori del settore a rischio.
In Trentino sono annunciati 10-30 centimetri di neve intorno ai 1500 metri di quota. A Canazei sono aperti 22 impianti su 23, con neve da 20 a 76 cm. A Folgaria tutti in funzione i 26 impianti, neve da 30 a 50 cm. A Madonna di Campiglio 20 impianti su 20 aperti, neve da 55 a 70 cm. A Vigo di Fassa sei impianti su 6, neve da 20 a 60 cm. A Folgarida-Marilleva 23 impianti su 25, neve da 20 a 65 cm.
In Alto Adige, a Corvara 25 impianti in funzione su 53, neve da 30 a 60 cm. A Dobbiaco 15 impianti su 19, neve da 25 a 60 cm. A San Vigilio di Marebbe 32 su 32 impianti, neve da 20 a 70 cm. A Selva di Val Gardena 77 impianti su 77, neve da 30 a 70 cm.
In Valle d’Aosta a La Thuile sono aperti 34 impianti su 38, e il manto nevoso varia da 25 a 95 centimetri. A Courmayeur tutti in funzione i 18 impianti, con neve da 20 a 60 cm. A Breuil-Cervinia si scia in 10 su 13 impianti aperti, con neve abbondante tra 55 e 140 centimetri. A Pila 12 impianti aperti su 15, neve da 35 a 50 cm.
In Piemonte a Sestriere funzionano 60 impianti su 70, con neve tra i 20 e i 30 cm. A Prato Nevoso impianti tutti aperti, con neve tra 60 e 90 cm. A Pragelato si scia su neve tra 10 e 20 cm.
In Lombardia a Livigno tutti in funzione i 31 impianti, su neve tra 27 e 45 cm. Al Tonale 30 su 30 impianti, neve da 50 a 120 cm. A Ponte di Legno identica situazione.
In Veneto ad Alleghe 7 impianti su 7 aperti, neve da 20 a 100 cm. Ad Arabba 22 impianti su 22, neve da 25 a 40 cm. Ad Asiago 15 impianti su 40, neve fino a 40 cm. Ad Auronzo tre impianti su tre, neve da 10 a 40 cm. A Cortina 34 impianti aperti su 38, e neve da 10 a 40 cm.
In Friuli a Tarvisio dieci impianti aperti su 13, neve da 30 a 60 cm. A Sappada 6 impianti su 9, neve da 30 a 85 cm. A Piancavallo tutti aperti i dieci impianti, neve da 20 a 50 cm. A Sappada 6 impianti su 9, neve da 30 a 85 cm.
Se in Italia non ci si può lamentare, la situazione, come si diceva, è ben diversa all’estero. In Svizzera a causa della scarsità di neve la metà degli impianti di risalita svizzeri sono attualmente fermi, in particolare nell’Arco giurassiano e nelle prealpi (Swissinfo). Polemiche sulla decisione della società degli impianti di risalita di Gstaad di utilizzare, con scarso successo, l’elicottero per portare la neve sulla parte bassa del comprensorio. Nell’Oberland bernese preoccupa la situazione di Adelboden e Wengen, che dovrebbero ospitare le gare di sci sulle piste del Chuenisbärgli e del Lauberhorn, dove a oggi si vedono strette lingue di neve attorniate da prati verdi o rinsecchiti.
In Francia a ridosso delle festività natalizie il termometro di numerose località ha raggiunto stabilmente i 20 gradi centigradi. Il 25 dicembre la temperatura è stata di 5,4 gradi al di sopra della media del periodo. La metà degli impianti di risalita è stato costretto a chiudere.
In Spagna i Pirenei registrano il 75 per cento delle piste impraticabile. E dove gli impianti sono aperti, la neve è scadente, come a Jura e Vosges. In Austria temperature molto superiori alla media: la stagione sciistica va a singhiozzo, se il meteo non cambia gli impianti potrebbero essere presto tutti chiusi. A Gemeindealpe – Mitterbach (Bassa Austria) gli impianti avevano aperto il 17 dicembre, ma dopo pochi giorni sono stati costretti allo stop.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.