Tutto rinviato a domani: la “missione” in Libia di Conte e Di Maio ha fatto slittare l’intera agenda e così, mentre in serata si è tenuto il vertice per la verifica di Governo tra Italia Viva e il Presidente del Consiglio, sarà domani mattina l’aggiornamento ulteriore con le Regioni prima di un vertice di maggioranza che dovrà mettere a punto tutti i nodi sul nuovo Dpcm in arrivo entro sabato. Nelle ultime ore sono state diverse le resistenze all’impianto di lockdown e zona rossa totale voluto da Pd, Leu e parte del M5s: prima Renzi e Italia Viva, poi l’ala meno “rigorista” dei 5Stelle e infine lo stesso Conte che non si dice per niente convinto dall’ipotesi di ulteriori chiusure nei giorni di festa.



Alle 18 sarà convocato poi il Consiglio dei Ministri che porrà il probabile varo di un nuovo “decreto cornice” che darà le norme e i poteri adatti al Dpcm di immediata e successiva produzione: l’annuncio poi alla nazione potrebbe avvenire dunque tra il venerdì sera e il sabato, con le irritazioni e le richieste di chiarimenti che salgono sempre più in cittadini, commercianti e categorie. Al momento, dalle notizie in nostro possesso, confermiamo la linea più “chiara” davanti al tavolo del Governo: dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio l’Italia intera vivrà con le restrizioni da zona rossa, mentre 28-29-30 dicembre ci saranno regole da zone gialle e coprifuoco alle 22. Restano infine i divieti imposti dal decreto legge 158 del 3 dicembre, ovvero dal 21 dicembre al 6 gennaio non si potrà uscire dalla propria regione (o dal proprio comune nei giorni rossi). La seconda ipotesi, meno probabile e più “hard” riguarda la zona rossa totale dal 24 dicembre al 6 gennaio prossimo; si tratta su diversi punti, specialmente sulle deroghe possibile come quella di permettere a «due congiunti non conviventi» di essere presenti sulle tavole dei cenoni di Natale e Capodanno. Il Governo si prende però ancora del tempo, anche se esso stesso si riduce e le feste si avvicinano ormai a grandi passi: domani la giornata forse decisiva, anche se ormai lo andiamo dicendo da lunedì scorso.



DOMANI CDM SUL NUOVO DPCM

«Era già previsto un Consiglio dei ministri venerdì, non sappiamo quando e a che ora; una serie di provvedimenti saranno approvati oggi pomeriggio in Conferenza Unificata e Conferenza Stato-Regioni, tra venerdì e sabato sicuramente ci sarà il Consiglio dei ministri», lo ha spiegato questo pomeriggio il Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia intervenuto a Sky Tg24. Sembra “sciogliersi” il rebus sull’agenda politica del Governo nelle prossime ore: conferenza con le Regioni alle 17; verifica di Governo con Italia Viva a Palazzo Chigi alle 19; tra stasera e domani il nuovo vertice Conte-capidelegazione per dirimere tutti i nodi sul nuovo Dpcm mentre solo domani, dopo il parere Cts e Cabina di Regia, la convocazione del Cdm per ufficializzare le nuove misure anti-Covid per il Natale. Secondo fonti parlamentari all’Ansa, il Governo potrebbe procedere con un Decreto legge “cornice” per inserire poi il Dpcm specifico sulla zona rossa da adottare tra il 24 dicembre e il 3 gennaio (salvo sempre le zone gialle nei giorni 28-29-30).

Il braccio di ferro tra Conte-Renzi-M5s e Pd-LeU prosegue, con questi ultimi che spingono forte per un lockdown totale fino all’Epifania: «E’ evidente che stiamo andando verso restrizioni nel periodo delle festività. Se qualcuno ipotizza feste, cenoni e assembramenti sbaglia clamorosamente», spiega ancora Boccia a Sky, smentendo però un “dietrofront” sul sistema a tre fasce avanzato negli ultimi 2 Dpcm «non significa rinnegare nulla, il modello a zone rosse, arancioni e gialle continuerà anche a gennaio e febbraio. Solo per il periodo che va dalla vigilia di Natale all’Epifania, ora vediamo se fino al 3 o al 6 gennaio, più restrizioni ci sono e meglio è». Capitolo a parte il weekend in arrivo, con li slittamento continuo del vertice di Governo che porterebbe ad escludere interventi e divieti già da sabato e domenica: «Fosse per me lo farei stasera, ma io sto parlando del periodo di festività. Per gli altri giorni ognuno ha il suo colore e molte regioni sono in area gialla: mi auguro solo che ci sia autodisciplina, io se vedo tante persone nelle strade vado a casa».

VENETO ‘ANTICIPA’ IL DPCM

Il “blitz” in Libia per liberare i pescatori sequestrati da Haftar ha portato un notevole slittamento di tutta l’agenda del Premier Conte: al momento resta convocata la Conferenza con le Regioni alle 17, in teoria dovrebbe essere preceduta dalla riunione di maggioranza tra Conte e i capidelegazione per mettere a punto il nuovo Dpcm. Si valuta però la possibilità che la firma del nuovo decreto – che porrà l’Itala in lockdown dal prossimo 24 dicembre possa avvenne – possa arrivare solo domani, attendendo così il parere del Cts che si riunisce come ogni venerdì per offrire il parere alla Cabina di Regia anti-Covid. Le misure, seppur ancora non confermate ufficialmente, dovrebbero rimanere quelle emerse ieri sera: zona rossa dal 24 dicembre al 3 gennaio, con “zona gialla” solo per i giorni 28-29-30 dicembre dove si potrà uscire dalle 5 alle 22 della sera. Negli altri giorni “festivi e prefestivi” saranno chiusi negozi, bar, ristoranti (consentito solo l’asporto) e gli spostamenti impediti anche all’interno del Comune: resta il rebus delle deroghe, con Italia Viva e il M5s che provano a trattare con l’ala dura del Governo impegnata a imporre un lockdown “duro” su tutto il territorio.

Resta “salvo” il weekend 19-20 dicembre, ad eccezione della Regione Veneto che con il Presidente Zaia si appresta a firmare una nuova ordinanza che anticipa le misure anti-Covid nazionali: «chiusura dei confini comunali dopo le 14 dal 19 dicembre fino al 6 gennaio. Tra le 14 e le 21 di ogni giorno sarà possibile uscire di casa ma solo all’interno del proprio Comune […] Se verranno adottate le misure di cui si parlava ieri sera, allora le nostre non serviranno. Ma non possiamo arrivare a lunedì senza provvedimenti: è un dato di fatto, la mia non è polemica».

NUOVO DPCM NATALE: ITALIA IN LOCKDOWN

È slittato ad oggi il vertice di Governo tra Conte e i capidelegazione per trovare la quadra alle nuove misure di “stretta” sul Natale: dopo il dietrofront approntato a seguito dello scorso weekend, l’ala rigorista della maggioranza ha spinto (e quasi ottenuto del tutto) per un nuovo Dpcm che rinchiuda in casa gli italiani a ridosso delle feste di Natale. Il lockdown prospettato dal Governo punterebbe a fissare nei giorni festivi e prefestivi, nella fascia 24 dicembre-3 gennaio, la zona rossa che abbiamo imparato a conoscere in primavera: non si esce se non con autocertificazione per spostamenti con comprovate esigenze (lavoro, salute, necessità), un deciso passo indietro rispetto alle regole approntate dal Premier Conte nel Dpcm 3 dicembre. Il pressing del Cts e l’ala “dura” del Governo (Speranza, Franceschini e Boccia, con parte del M5s e tutto il Pd) puntava inizialmente a chiudere tutto, sulla scia del lockdown in Germania (che comunque resta assai meno duro di quanto fatto in Italia per tre mesi in Primavera, ndr) dal 19 dicembre fino al 7 gennaio: la mediazione di Conte e Italia Viva (che poi invece si ritrovano contro nella crisi di Governo aperta negli scorsi giorni, oggi previsto il vertice forse risolutivo tra Renzi e il Premier a Palazzo Chigi) ha invece portato ad una struttura del possibile prossimo Dpcm lievemente meno “hard”.

DATE LOCKDOWN: QUANDO IN ZONA ROSSA

Il weekend che si avvicina non avrà divieti di spostamento, salvo altri clamorosi dietrofront, con negozi aperti e possibilità di muoversi (tra zone gialle) in piena libertà: ma , spiega Conte ieri nell’intervista tv ad “Accordi&Disaccordi”, «Occorre rinforzare il piano natalizio che abbiamo già definito, c’è stata un’ulteriore interlocuzione con gli esperti del Cts, anche loro ci hanno consigliato, per scongiurare la terza ondata. Le misure varate sin qui stanno funzionando, abbiamo l’Rt sotto l’1, però gli assembramenti degli scorsi giorni hanno destato preoccupazione. C’è tanta voglia di vivere le festività secondo tradizioni, ma questo ora non è possibile e occorre qualche intervento aggiuntivo». Tale “stretta” consiste, secondo le ultimissime anticipazioni emerse nella notte, in un lockdown da zona rossa (tutto chiuso, negozi e locali, divieto di spostamento) nei giorni 24-25-26-27-31 dicembre e 1-2-3 gennaio, per l’appunto festivi e prefestivi. La discussione è ancora del tutto aperta, spiegano le fonti di Governo all’Ansa, ma si va verso questa struttura per il nuovo Dpcm: restano aperte anche le due altre ipotesi, quella “hard” della zona rossa indistinta dal 24 al 6 gennaio (profondamente osteggiata però ieri nel vertice di Governo da alcuni Ministri, ndr) o quella “soft” di una zona arancione per tutte le festività di Natale.

SPOSTAMENTI E CENONI: LE (POSSIBILI) DEROGHE

Viene dunque tutto fatto slittare al vertice di maggioranza ancora da convocare per la giornata di oggi: ci sarà anche Teresa Bellanova, capodelegazione di Italia Viva, che alle 18 tra l’altro incontrerà insieme a Renzi, Boschi, Rosato (lo stato maggiore renziano) il Premier Conte a Palazzo Chigi. In giornata prevista anche la Conferenza Stato-Regioni dove verrà presentato il testo in bozza del nuovo decreto per valutare un’ultima volta assieme le misure stringenti per il Natale. Ed è proprio qui che si potrà aprire la “partita” delle possibili deroghe ai divieti: in primis, quanto approvato ieri in Senato, ovvero l’emendamento al Decreto Natale (quello del 2 dicembre, ndr) che apre i giorni di Natale e Capodanno lo spostamenti tra piccoli Comuni con «soluzione equa». Ancora deve essere trovata la norma da inserire nel nuovo Dpcm, ma si valuta un’ulteriore e più complessa deroga: secondo le fonti del Corriere della Sera, il Presidente del Consiglio – apprezzando la “spinta” dei Governatori della Lega (e dello stesso Matteo Salvini) – vorrebbe permettere la possibilità di vedere i familiari il solo giorno di Natale (al di là delle Messe, comunque concesse). Si valuta dunque la deroga per i congiunti più stretti in occasione cenone della vigilia di Natale e del pranzo del 25: in ogni caso, il permesse riguarderebbe un numero strettissimo di congiunti, al massimo due, riferiscono fonti all’Ansa. Per il resto, l’impianto del Dpcm prevede un lockdown stringente nei giorni festivi-prefestivi mentre per i rimanenti 28-29-30 dicembre e 4-5 gennaio (ancora da valutare le regole sull’Epifania, ndr) rimarrebbero le regole per le zone gialle e arancioni che comunque permangono nella struttura di gestione della pandemia. Il Premier vorrebbe mantenere il rientro a scuola il 7 gennaio per il 75% degli studenti, di ogni classe e ordine, in presenza anche se la spinta di Cts e alcuni Governatori di Regione è per attendere ancora un po’ (almeno la fine di gennaio).