Prosegue la lunga road map di avvicinamento al prossimo mese di dicembre, con il Governo orientato già da giorni a lanciare un nuovo Dpcm per il 3 dicembre in modo da “normare” l’emergenza Covid-19 durante le Feste natalizie. Il 27 novembre Lombardia e Piemonte potrebbero rientrare in zona arancione per i miglioramenti sui dati epidemiologici; il 3 dicembre il nuovo Dpcm (con la doppia ipotesi, mantenimento delle 3 zone o unica zona gialla in tutto il Paese) ed entro il 10 dicembre la previsione-speranza di indice Rt sotto quota 1 in tutta Italia. La “scaletta” del Governo è già stata lanciata, ma sono le tante anticipazioni di questi ultimi giorni (e ore) che necessitano di essere ordinati per provare a capire cosa si potrà fare, e cosa no, tra dicembre e gennaio. «In base ai dati alcune regioni potranno tornare gialle, altre potranno rimanere rosse, ma parlare oggi di quello che accadrà il 24-25 dicembre non è possibile. Ci saranno delle differenze tra regione e regione», ha spiegato stamani il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a Radio Cusano Campus, aggiungendo infine «E’ ovviamente ancora presto per dire che ce l’abbiamo fatta, perché bisogna alleggerire il carico su ospedali e terapie intensive. Prima di procedere alle riaperture dovremo avere dei dati ancor migliori rispetto a quelli che vediamo. Dunque questa modalità di stop and go, di chiudere e riaprire, andrà avanti ancora per molto».



TUTTI I NODI DEL DPCM

Per il prossimo Dpcm ”Natale” il Governo pensa innanzitutto a risolvere il “nodo” degli spostamenti tra Regioni: da un lato i ministri “rigoristi” Speranza, Boccia e Franceschini che non vogliono aprire i confini regionali, dall’altro Di Maio, Conte e i ministri renziani che invece vorrebbero togliere il vincolo di spostamento per i ricongiungimenti familiari (vietando invece tutti gli altri). La “media” potrebbe essere trovata sulla deroga durante le feste degli spostamenti anche in altre Regioni per motivi familiari, vietando però viaggi e vacanze d’ogni tipo: per le sciate e i weekend in montagna invece la linea di Palazzo Chigi sembra andare verso la serrata totale per le zone rosse, con difficile possibilità anche in “gialla” o “arancione”. Palazzo Chigi ha reso noto – tramite il Corriere della Sera – che «si sta lavorando a una iniziativa europea, per prevenire le consuete “vacanze sulla neve, che attirando appassionati degli sport sciistici e dei soggiorni in montagna, farebbero il paio con le vacanze spensierate, con serate in discoteca, della scorsa estate». Si valuta invece maggiore elasticità su consumi e commercio (con provvedimenti economici ad hoc, come il bonus extra cashback), con i negozi che potrebbero rimanere aperti tra le 9 e le 22 per consentire l’affluenza più “diluita” delle persone sotto le feste di Natale; per il medesimo motivo, si valuta la proroga del coprifuoco non più alle 22 ma fino alle 23, con ulteriore allungamento la notte di Natale alle 24 per consentire la consueta Messa di Mezzanotte. Su bar e ristoranti, si manterrebbe nel Dpcm il divieto di apertura dopo le ore 18 anche in zona gialla: «limitare le occasioni di socialità allargata, che di solito si accompagnano alle festività natalizie, con tombolate, festeggiamenti, veglioni», spiega ancora P. Chigi. Capitolo finale non meno importante la scuola: si valuta una interruzione della Dad nei licei ma solo dopo gennaio, ma anche qui è scontro tra Azzolina-Cts (che spingono per riaprire) e i Ministri “rigoristi” di Pd e Leu.

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