Domani è stata convocata la riunione decisiva del Cts che dovrebbe sciogliere tutti gli ultimi nodi prima di formulare la bozza del nuovo Dpcm: a quel punto verrà inviata ai rappresentanti di Regioni, Anci e Province e se vi fossero ancora delle distanze importanti, verrà convocato un nuovo vertice Stato-Regioni. Infine, toccherà al Presidente del Consiglio la firma definitiva ancora non scontata per domani sera, al più tardi mercoledì mattino: i punti da chiarire restano come dividere le Regioni nelle tre aree di rischio previste dallo scenario 4 (moderata; alta/molto alta per meno di 3 settimane consecutive; alta/molto alta per più di 3 settimane consecutive e situazione non gestibile), il coprifuoco nazionale (se dalle 20 o dalle 21) e lo stop alla mobilità regionale verso i territori più a rischio. I Governatori insistono che le misure siano il più possibili nazionali e senza lockdown “duri”, mentre l’esecutivo mira ad approvare le norme incardinate oggi da Conte in Parlamento. Al momento, in attesa di conferme da parte del Ministero della Salute, le Regioni più a rischio paiono essere la Lombardia, il Piemonte e la Calabria ma è atteso nella giornata di domani (attorno alle ore 16) il nuovo monitoraggio Iss “anticipato” rispetto al consueto report di venerdì. Sarà quella l’occasione in cui il Governo riceverà gli ultimi dati definitivi da inserire nel Dpcm per comprendere come suddividere l’Italia nelle tre fasce di rischio (e soprattutto scandire quali saranno le misure da adottare in ogni singola fascia).



“NO CHIUSURA ANTICIPATA DEI NEGOZI”

Mentre corre in tutto il Paese la domanda su quali siano le Regioni a rischio che entreranno nella fascia più “restrittiva” delle misure anti-Covid, fonti di maggioranza all’Adnkronos smentiscono la notizia di un Dpcm che anticipi le chiusure dei negozi. A livello nazionale – salvo le strette regionali che ancora dovranno essere rese note dalle ordinanze del Ministero della Salute – negozi ed esercizi commerciali manterranno gli stessi orari attivi fino ad oggi: in merito all’orario del coprifuoco invece Conte non si è ancora “sbottonato” ma dal Governo giunge conferma di un orario generale delle ore 21 oltre il quale bisognerà uscire solo con autocertificazione per motivi di lavoro, salute e necessità. «Il quadro epidemiologico è in via di transizione verso lo scenario 4 con particolare riferimento ad alcuni territori. L’indice Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un’altra probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese», ha spiegato poco fa il Capo del Governo nelle comunicazioni al Senato (la Camera ha approvato la risoluzione della maggioranza, ma sono state accettate anche 4 delle 22 proposte presentate dal Centrodestra). Sembra invece essere sparita del tutto ogni possibile limitazione agli over70, diversamente da quanto emergeva ancora stamane nel vertice con le Regioni.



CONTE: LE ANTICIPAZIONI SUL NUOVO DPCM

Dopo le Comunicazioni del Premier Conte alla Camera, si delinea meglio lo “schema” duplice che sottenderà il nuovo Dpcm (mentre nel frattempo si è concluso il lungo vertice con le Regioni senza ancora aver trovato una punto di contatto definitivo su tutti i temi). In primis, Conte ha confermato che il provvedimento anti-Covid arriverà «prima di mercoledì» e conterrà due specifiche direzioni: in primis, misure nazionali da adottare da subito dopo il varo del Dpcm; in secondo luogo, il decreto individuerà tre aree, cui apparteranno le regioni italiane sulla base del coefficiente di rischio della regione, con misure differenziate. L’appartenenza alle singole aree sarà decisa dal ministero della salute sulla base delle variazioni periodiche e con specifiche ordinanze che immetteranno/toglieranno le Regioni dalle tre fasce diverse. In attesa dunque di capire come verranno divisi i territori nelle tre nuove “fasce”, a livello nazionale il nuovo Dpcm si appresta ad istituire queste nuove strette anti-contagio: limitazioni alla circolazione delle persone in tarda serata (coprifuoco serale, non è ancora stata decisa la fascia oraria); possibilità di Dad al 100% per le superiori; stop a spostamenti ma solo verso regioni a rischio; centri commerciali chiusi nei giorni festivi; stop a musei e mostre; capienza trasporto pubblico locale al 50% . «Siamo costretti a nuove misure restrittive prima di mercoledì, modulate in base a criticità territoriali», ha confermato nel discorso alla Camera il Presidente del Consiglio. Intanto Mattarella ha sentito al telefono i due leader della Conferenza delle Regioni (Bonaccini e Toti) per richiamare nuovamente all’unità nazionale «vostro ruolo è decisivo per combattere la pandemia di Covid-19».

ESCLUSO PER ORA IL LOCKDOWN

Il Governo spinge forte verso un coprifuoco nazionale dalle ore 21 per escludere sia lockdown nazionali che localizzati, come punto di “incontro” alle richieste pervenute dalle Regioni: la notizia trapela alle agenzie durante l’incontro con le Regioni, con presenti i Ministri Boccia, Speranza e il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, con anche la presenza del direttore emergenze della Protezione Civile Luigi D’Angelo. «Il nuovo Dpcm prevederà un coprifuoco alle 21 su tutto il territorio nazionale», lo ha anche confermato intervistata da Sky Tg24 la sottosegretaria al ministero del Lavoro, Francesca Puglisi anticipando quanto il Premier Conte andrà dicendo alle 12 alla Camera e alle 17 al Senato. «Se fermiamo Milano fermiamo la Lombardia», aveva detto ancora stamattina il Governatore Attilio Fontana, appoggiato anche dai sindaci lombardi e dal collega del Piemonte Cirio «misure siano nazionali, serve prospettiva». Il nuovo Dpcm dovrebbe dunque scongiurare dunque l’opzione del lockdown localizzato, nonostante le resistenze dello stesso Conte che vorrebbe meglio puntare su chiusure territoriali. La trattativa è ancora in corso, con i punti al momento “fermi” che riguardano oltre il coprifuoco dalle 21 anche le limitazioni per gli over70, lo stop agli spostamenti delle Regioni e la chiusura dei centri commerciali nei weekend.

VERSO COPRIFUOCO DALLE 21

Potrebbe slittare a domani la firma del nuovo Dpcm con le misure anti-Covid (e dunque avere valore normativo dal 4 novembre e non più dal 3): questo è emerso nella riunione fino a tarda notte tra il Presidente Conte e i capidelegazione del Governo, dopo che ancora una volta sono rimaste distanze all’interno della maggioranza e con le Regioni sulle misure da adottare. Mentre i territori puntano ad escludere lockdown locali o zone rosse differenziate, il Governo sembra allineato nel portare l’ipotesi di coprifuoco nazionale alle ore 21 dovunque (e non più alle 18) con però delle dovute specifiche: chiuderanno i musei, come annunciato ieri dal Ministro della Cultura Franceschini, la Dad dovrà essere estesa alla seconda e alla terza media e verrebbe imposto l’obbligo di mascherina sempre per le lezioni in presenza di elementari e prima media. Il Cts spinge per una differenziazione di zone rosse locali con forti restringimenti, mentre il possibile accordo tra Regioni e Governo punterebbe al coprifuoco totale dalle 21 in tutta Italia, con bar e ristoranti chiusi anche a pranzo nelle Regioni con tasso di contagi a rischio. «Il Dpcm annunciato andrà nella direzione del principio di proporzionalità e ragionevolezza che ha guidato le scelte fino ad ora, facendo leva su qualche misura come la limitazione agli spostamenti interregionali se non per ragioni indifferibili, di salute o di lavoro», ha spiegato ancora ieri a “Che tempo che fa” il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. È in corso il nuovo vertice con le Regioni, mentre è atteso alle 12 in Senato il Capo del Governo per le comunicazioni sull’imminente nuovo Dpcm.

NUOVO VERTICE PRIMA DELLA FIRMA DPCM

Doveva essere una giornata “definitiva” quella di domenica per redigere l’intero testo del nuovo Dpcm, così che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte potesse oggi in Parlamento formulare le proprie comunicazioni in maniera più spedita: e invece il vertice avvenuto ieri mattina tra Regioni e Governo ha visto diversi punti di distanza sulle “strette” da adottare nel nuovo Decreto di Palazzo Chigi. Così slitta pure il giorno di emanazione: doveva essere varato questa sera, lunedì 3 novembre 2020, ma potrebbe slittare a domani. In attesa di una decisione più dirimente su possibile lockdown nazionale da prendere entro il prossimo 9 novembre, l’accelerata di contagi in buona parte d’Italia e l’indice Rt salito sopra quota 1,5 in 11 Regioni del Paese ha portato il Premier Conte ad annunciare già sabato un possibile nuovo Dpcm. Inizialmente, su consiglio del Comitato Tecnico Scientifico, l’indirizzo da prendere sembrava fortemente orientato a lockdown ‘mirati’ o per province o addirittura per Regioni laddove l’indice di contagio segnalava uno stato di forte allerta. Una delle prime proposte sul tavolo delle Regioni vedeva anche il blocco degli spostamenti interregionali e la chiusura dei centri commerciali nel weekend: ma i Governatori si sono sostanzialmente opposti, ragionando su misure il più possibili nazionali e non locali e invocando il no al lockdown; nel contempo, hanno proposto un potenziale ragionamento da fare sulla necessità di limitare le uscite degli “over 70” per preservare l’area più fragile della popolazione. Secondo i retroscena apparsi ieri dopo il lungo confronto con i territori, il Governo avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di un coprifuoco alle 18 o alle 21, in tutta Italia, tranne per chi è fuori per lavoro, salute o altre necessità, da comprovare tramite autocertificazione. Nelle aree più a rischio (Lombardia, Piemonte e Calabria), bar e ristoranti chiusi anche a pranzo e didattica a distanza per tutti gli studenti a partire dalla seconda media.

NUOVO DPCM: LE PRIME IPOTESI (E LE SMENTITE)

E così dopo quasi 4 ore di confronto, i Ministri Boccia (Affari Regionali) e Speranza (Salute) hanno rinviato il vertice tra Governo e Regioni a questa mattina alle 9, in modo da permettere al Presidente Conte di arrivare al Senato alle 12 e alla Camera alle 17 per le comunicazioni circa le nuove misure del Dpcm (sulle quali vi saranno le votazioni sulle risoluzione di maggioranza e opposizione). Sono moltissime le misure discusse poi nel primo confronto di ieri, con alcune smentite – come l’utilizzo di un lockdown nazionale da subito, con Conte che ribadisce di voler aspettare per quello il prossimo weekend quando si avrà un dato più certo degli effetti dell’ultimo Dpcm 24 ottobre – e diverse misure ancora sul tavolo stamani dell’esecutivo: stop alla mobilità interregionale, chiusura dei centri commerciali nel weekend e di tutte le attività non essenziali alle 18 o alle 21 per un sostanziale coprifuoco nazionale da poter adottare già dal 3 novembre. Queste sono le proposte del Governo sul fronte “nazionale”, mentre il Ministro Speranza insiste nella possibilità di mirate chiusure territoriali tra le province-città più sotto l’occhio del ciclone Covid: «Costruiamo insieme il Dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l’ultimo Dpcm, possiamo anche alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento», ha ribadito ancora ieri il titolare della Sanità. Per quanto riguarda le aree considerate più a rischio (Lombardia, Piemonte e Calabria, per ora), oltre al coprifuoco anticipato alle 18, si va verso la chiusura delle attività commerciali e per la cura alla persona (fatta eccezione per farmacie, parafarmacie e alimentari), la chiusura dei musei, lo stop ai distributori automatici e la didattica a distanza dalla seconda media.

IL PARERE DELLE REGIONI

«Il lockdown generalizzato non è sostenibile e non serve, in Veneto la maggior parte sono asintomatici e la sanità è assolutamente sotto controllo», ha spiegato nella videoconferenza di ieri il Governatore del Veneto Luca Zaia, scostandosi di poco da quanto detto dal collega leghista della Lombardia, Attilio Fontana «Il lockdown è l’unica misura che si è dimostrata efficace, se possiamo andare avanti con altre misure non determinanti procediamo, ma se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown facciamolo, ma no a un lockdown territoriale perché se fermiamo Milano si ferma la Lombardia». Di contro però Zaia davanti a Boccia e Speranza ha poi ribadito «decidiamole insieme e chi ritiene può aggiungere misure territoriali restrittive. Dobbiamo fare squadra ed essere uniti tra noi e il governo», mentre ha rimarcato il fatto che l’Rt non è paragonabile tra le Regioni perché il numero dei tamponi e dei tracciamenti sono decisamente diversi. In risposta, il Ministro Boccia ha però illustrato – secondo il racconto dell’Ansa – il famoso documento dell’Iss che parla chiaro sulle misure da prendere in questo specifico livello del contagio: «Il documento dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se un Rt supera un certo livello .- oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 -, allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico». In sostanza, tutti i nodi sono ancora da dirimere e per di più su trasporti e scuola non vi sono al momento significativi accordi di massima tra Governo e territori sulle eventuali nuove chiusure: Boccia, Franceschini e Speranza insistono sulla didattica a distanza al 100% anche per le terze medie oltre alle superiori, mentre M5s, Italia Viva e alcuni Governatori vorrebbero mantenere il più possibile le lezioni in presenza, come ripetuto ancora sabato dal Presidente del Consiglio.